Zilla

Si udiva una cavalletta che continuamente e senza sosta zillava in lontananza, sotto un sole estivo cocente. Non era la cavalletta ad averlo svegliato, però la continuità di quel suono lo aveva fatto destare infastidito.
Aprì gli occhi ed ebbe per qualche secondo la vista appannata. Zuppo di sudore e con la testa dolente, tastò la panchina dov’era seduto in cerca del suo borsello.
C’era. Per fortuna.
Si passò una mano sulla fronte per asciugarla come meglio poteva e si massaggiò gli occhi in un vano tentativo di riprendersi da quello stato di stordimento. Sentiva la testa pulsare e non capiva che fosse successo. Decise che la cosa più saggia da fare fosse cercare una fontanella in quel.. dov’è che era? Ah già. In quel paesino.
Vagò ciondolante e con passo strascicato alla ricerca d’acqua. Ne aveva bisogno. Era tutto ciò che desiderava in quel momento, perché sentiva che il sangue ribolliva nelle vene dal caldo.
Camminò per un po’ tra quelle viuzze che serpeggiavano tra le basse casette bianche sperando di incontrare qualcuno che lo potesse aiutare. Non fu così fortunato.
Dopo parecchi minuti cominciò a disperarsi. Per quanto tentasse di stare all’ombra, il sole alto picchiava inesorabile sul capo scoperto. Cominciò a girargli la testa e venne pervaso dal panico al pensiero che sarebbe potuto morire proprio lì, in quel paesino sperduto. Ma è possibile che non ci fosse proprio nessuno ad aiutarlo!?
Poi girò faticosamente l’ultimo angolo che le sue forze gli avrebbero concesso di svoltare, aggrappandosi con due mani ai mattoncini che lo formavano, e la vide. Splendida e brillante.
Una fontanella zampillava getti continui di fresca acqua trasparente. Ci immerse subito la testa e un’ondata di freschezza lo salvò da quell’inferno che portava dentro.
Era vivo. Era fatta. Lui ci era riuscito. Lui. Da solo. Già.. da solo. Perché?
Quel dubbio gli attraversò la mente come un cubetto di ghiaccio che scivola lungo la schiena. Perché era da solo? Perché non aveva incrociato nessuno? Si è vero. Era un piccolo paesino. Ma non c’era un negozio aperto in pieno giorno. Non un’anima viva. Non un bambino che giocasse a palla.
Cominciò a guardarsi intorno. Si sentiva solo il continuo e persistente canto della cicala. Uno strano senso d’inquietudine gli impregnò le viscere. Scrollò un po’ la testa. Si sentiva ancora stordito e doveva pensare ad una motivazione plausibile. Decise di andare nella piazza principale. Ci sarà stato un municipio o qualcosa in cui chiedere il perché non ci fosse nessuno? Si, doveva fare così. Si riavviò guardandosi in giro come se fosse atterrato su un altro pianeta.
Porte e finestre chiuse. Saracinesche dei negozi abbassate. Forse era festa nazionale. Forse erano tutti da qualche parte a festeggiare. Si doveva essere così. Forse.. forse da un momento all’altro si sarebbe trovato difronte a una gran calca di gente ridente. Si si, e poi.. e poi striscioni. Risa di bambini. Esatto! Con palloncini. E.. e una banda che suonava festosa. Gli pareva già di sentirla. Allungò il passo. Si si, doveva essere per forza così! Alle volte le soluzioni più semplici sono le meno ovvie. Si salta subito a conclusioni affrettate e.. Ecco si. Basta girare questa svolta…
E zillava, la cavalletta ancora. Sola.
La piazza sembrava più grande di ciò che era realmente dal senso di vuoto che restituiva.
Com’era possibile? E la banda? E i bambini? Dov’erano?
Stava forse impazzendo? Che gli era successo? Perché aveva perso i sensi?
NO! Calma! Troppe domande senza risposte. Sarebbe impazzito davvero. Gli scappò una risatina isterica. C’era un motivo. Ci doveva essere!
Corse al municipio per vedere se ci fosse qualcuno dentro. Nessuno.
Provò in una banca. Era presto per aver già chiuso. Ma niente.
Cominciò a camminare di nuovo a caso per le stradine. Poi cominciò a correre. Nessuno da nessuna parte. Cominciò allora a lanciare un ‘hei?’ di tanto in tanto. E poi anche dei ‘C’è nessuno?’, ma nessuno rispondeva. Cominciò allora a perdere il controllo. Correva e urlava battendo i pugni sui portoni. Correva sempre più veloce finché il fiato non venne a mancare. Si dovette fermare.
Che cosa stava facendo?
Il senso di disagio si fece più forte. Era lì, solo, in un paesino sperso nel nulla. Che fare?
Andarsene! Ma certo! Inutile stare lì. Evidentemente se né erano andati per qualche motivo. Doveva andare via anche lui. Perché magari lui era lì, stordito e impaurito, quando alla fine non c’era nessuno perché.. perché.. Già, perché?
Poteva anche andarsene, ma se non sapeva il motivo per cui se n’erano andati..? Poteva essere rischioso. Poteva essere.. pericoloso!
Oddio cos’era successo!? No, non poteva rimanere. Non DOVEVA restare. Era.. era.. in pericolo anche lui! Lo.. lo era? Poteva esserlo.
Cominciò a pensare a come andarsene. La testa gli doleva ancora molto. Com’era arrivato? Non abitava lì. Era.. un turista! Era arrivato col pullman. Corse al parcheggio.
Ansimava. Tossiva per la sete e il caldo.
L’avrebbe trovato? L’avrebbe visto? Con tutti i turisti che salivano a bordo? Lo poteva vedere, mentre l’autista accendeva il motore e gli suonava il clacson per esortarlo a muoversi. Ma lo avrebbe visto davvero? O stava impazzendo?
Giunse al parcheggio con passo malfermo. Sperava almeno di vederlo parcheggiato. Magari sarebbe partito fra qualche ora.
Nulla. Solo la solito cavalletta. Sta bestiaccia maledetta che zillava.
Ma era possibile che quella cicala fosse ovunque in quel paesino sperduto e ci fosse solo lei!?!
Si accasciò stanco, sudato e assetato. Gli tornò da ridere.
Forse erano tutti morti. Forse li avevano portati via gli alieni. O magari era scoppiata la guerra mentre era svenuto ed erano scappati. Forse c’era una neurotossina che li aveva uccisi e fatti dissolvere nel nulla. Forse c’era stata l’apocalisse zombie come nei film che guardava. O forse semplicemente il giorno del giudizio. Rise a quel ‘semplicemente’. Ma chi voleva prendere in giro? Era solamente impazzito. Magari non c’era nemmeno in quel posto. Magari c’era, ma non riusciva a vedere la gente che ora lo stava schifando. O portando all’ospedale.
E secondo te cosa dovrebbe fare? Come dovrebbe finire?
Riesci a immaginare di svegliarti in un paesino sperduto da solo senza sapere che fine abbiano fatto gli abitanti? Pensi che riusciresti a tenere a bada il panico, anche se ti sei appena ripreso da chissà quale motivo di svenimento?
Non sapresti, vero? Nemmeno io. Quindi immaginati tu come potrebbe finire. Se scappa via urlando. O se rimanesse lì accasciato fino alla morte. O se si suicidi buttandosi dalle mura del paesino per non dover sopportare la pazzia.
È uguale.
Quello che conta.. quello che vuoi realmente sapere è: perché non c’era nessuno in quel paesino? La soluzione sta in una parola. Ma, ahimè, devi perdonarmi per la cattiveria. Se la rivelassi renderei troppo banale questo post che finito di leggere non ti lascerebbe gran che.
Ma per non essere del tutto crudele ti svelo che la soluzione è in questo stesso racconto… anche se dubito che riuscirai a scoprirla.

 


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