Premettendo che io amo le premesse e non mi stancherò mai di sbandierarlo a tutti!
Yeeeeeeeeeeeeeeeee!!
Ma torniamo a noi. Ciò che andrete a leggere è la formazione finita di un’idea (banana!) che vi spiegherò nell’epilogo finiti i quattro episodi, sennò vi rovino tutto.
Già l’idea che ci sia una premessa porta a pensare a qualcosa di coinvolgente ed eccitante.
No. Per nulla. E’ solo una minchiata come tante altre, con la differenza sola che ci tengo particolarmente.
Cosa serve questa premessa?
“A nulla” direte voi. E invece non serve a nulla.. Già.. Proprio così.
Sta di fatto però che mi piace talmente tanto questa ideuzza che avrei proprio voglia di vederla. E con “vederla” intendo messa in un qualche lavoro che comprenda l’immagine al centro della creazione. Fumetto, cortometraggio o film che sia… No, aspetta. Film no che è troppo lungo e poi non mi piace.
Perché vi ripeto che tutto quello che butto in questo blog, sono per lo più frammenti di idee, di pensieri o di storie. E così dovete prenderli tali. Non siate arroganti nel voler sapere come finisce o come è iniziato. Assorbitene semplicemente l’essere e divertitevi a pensare che cosa ci stia dietro. O perché mi è venuta in mente un’idea simile. O a spiegare il perché di una scelta linguistica piuttosto che un’altra.
Recentemente ho letto un saggio molto bello di Alan Moore, “Writing for Comix”, che consiglio assolutamente a chiunque voglia diventare un narratore, in cui da un’ottima spiegazione a un concetto che ho fatto mio. Un’opera d’arte, come un quadro realista, non è che un attimo di una storia. L’immagine che ho messo insieme a quest’articolo è difatti quella usata da Moore per spiegare il concetto. Nonostante non si sappia l’intero racconto non si può negare che sia un quadro suggestivo.
Bene. Spero di essermi parato un po’ il mulo almeno un poco con questa spiegazione. Non mi resta che augurarvi buona lettura.
P.S: Quando mi è venuta l’idea per “Scrittore Per Sempre” ho pensato a te, Miguel *Occhiolino occhiolino*