Non mi dite che non vi è venuta un po’ di curiosità? O magari quel imput di rabbia nelle viscere. Quel pensiero fugace che vi è balenato nella testa.. No! Pure lui, no!
Eheh.. non temete amici della cazzata, perché non è così.
Io faccio solo da umile bardo e vi riporto soltanto delle storie. A volte inventate.
A volte (purtroppo) no.
Quello che voglio farvi leggere oggi è un’articolo pubblicato su Libero Online.
Sentite che bel titolo:
Ai profughi non piace la pasta: gomme tagliate ai volontari!
Che imponenza! Quale maestosità! (Squillo di trombe)
Ma soprattutto.. che ridere!
Si! Che ridere!
Perché?
Sentite qua:
“Ci risiamo. (Ecco! lo sapevo!) Ancora profughi che rifiutano cibo italiano (in effetti è risaputo che non piace molto la cucina italiana). La nostra cucina, agli ospiti del Mare Nostrum, proprio non piace (Non lo sentite anche voi un retrogusto di fascismo?). L’ultima dimostrazione, dopo i casi di Pozzallo e Roma – dove numerosi pasti sono finiti nell’immondizia (Probabilmente gliene avete dati troppi) – l’hanno fornita una quarantina di immigrati che da quattro mesi alloggiano al Centro di solidarietà di La Secca, frazione del comune bellunese di Ponte nelle Alpi (Cittadini..!!).
In segno di protesta contro un menù (Di primo un brodino al sesamo e di secondo un’insalatina leggera, grazie) a loro dire monotono e per nulla incline ai palati africani (si sa che mangiano caviale per colazione), gli immigrati hanno occupato una delle strade principali del paese con una panchina di legno messa di traverso (Ommioddio! E come facciamo a passare adesso!?), e hanno appoggiato sull’asfalto il pranzo (come riportato dal Gazzettino), pasta al pomodoro, pane e uova: «Noi questa roba non la mangiamo» avevano detto (Li ho sentiti addirittura io! Hanno detto proooprio così. Avevano pure un leggero dialetto padano, ma dev’essere stata una coincidenza). Accanto ai piatti hanno posato i borsoni con dentro i vestiti e hanno minacciato di abbandonare la struttura (AHAHAHAH!!! Come se potessero!). Poi, per essere sicuri che le ragioni del sit-in venissero capite fino in fondo, hanno tagliato i pneumatici delle auto del personale della cooperativa che lavora nel centro (Hanno usato le unghie che non si tagliavano apposta da giorni). Oltre a pasti migliori, hanno chiesto di essere ospitati in un ambiente più confortevole dove poter praticare qualche hobby per ammazzare le giornate. Già, perché tra i motivi della protesta c’è stata pure la noia (Sopravvivere non basta come hobby): non sanno cosa fare, e a loro disposizione – hanno fatto sapere – non ci sarebbe nemmeno un insegnante di italiano. In realtà le lezioni sono state sospese solo ad agosto: l’insegnante è in ferie (Insegnava con il vocabolario Lombardo-Wolof; Wolof-Lombardo).
Per sgomberare la strada è stato necessario l’intervento della polizia, dei carabinieri (Tutta gente di buonafede che non, purtroppo, non era già lì controllare) e dei mediatori culturali. Nonostante il caos, nessuno dei profughi è stato denunciato. In caso contrario la richiesta di asilo con tutta probabilità non sarebbe andata a buon fine (Ma che gentili!). Lo sciopero del cibo italiano si è protratto per due giorni. Poi gli immigrati hanno fatto uno sforzo e hanno mangiato (Porelli.. Quale sofferenza).
Al coro di proteste della Lega (Ma dai!?) – secondo la senatrice Raffaela Bellot «i nostri nonni emigrati non si sarebbero mai comportati in un modo così incivile» (No, difatti. la mafia era molto più educata) – si aggiunge quello del Libero sindacato di Polizia Lisipo. Per il presidente, Antonio De Lieto, «è incredibile che mentre centinaia di migliaia di famiglie italiane fanno la coda per avere un piatto di pasta, degli immigrati disprezzino quello che il nostro Paese gli dona con generosità». Anche don Gigetto De Bortoli, presidente del Ceis di Belluno, si dice amareggiato. «Dispiace che passi il messaggio che nella struttura si viva di stenti» aggiunge (Massì! Polizia, presidente e pure Don Gigé! Non dimentichiamo nessuna carica importante oltre milizia, stato e chiesa? Non vorrei che qualcuno ancora non ci creda).
E intanto ieri dallo Janas Village di Sadali, in Sardegna, dopo le proteste della settimana scorsa, un’altra cinquantina di extracomunitari ha deciso di allontanarsi. I nuovi arrivati, famiglie di siriani, palestinesi, cittadini del Mali, un sudanese e un eritreo, hanno deciso diabbandonare (Tuttoattaccato? Troppa fretta di scrivere Gonza?Troppa rabbia? Troppa.. paura?) il paese a due ore d’auto da Cagliari (Si beh, sai.. nel gommone avevo posto per una 500).
di Alessandro Gonzato”
Ricordatevelo bene questo nome, così sapete cosa non leggere più.
Se pensate che me lo sia inventato vi invito a entrarci nel sito di Libero..
ma mi chiederete: Perché non farci andare direttamente nel sito?
Ottima domanda Dimitri. Beh, oltre che mi andava di scriverci sopra un po’ di satirazzata vi volevo invitare a fare una cosa prima di entrarci.
Vi volevo invitare ad entrare nella pancia del mostro, ma non con frettolosità. Entrateci con cautela. Premete il mouse lentamente. Osservate prima che la schermata cambi i pixel che si anneriscono. Trattenete il fiato.
E poi..
Osservate. guardatevi attorno stupefatti, con occhi nuovi. Guardate quale magico mondo è quello della menzogna. Scrutate le pubblicità, gli inserti degli altri articoli, gli occhielli. Assaporatevi tutto.. ma da distante. Non cadeteci dentro come il resto delle migliaia di persone. Immergetevici poco a poco per sentire quanto è fredda quest’acqua e decidere infine di non volerlo fare il bagno.. non fate il bagno in quest’acqua.
Non in questa.
http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/11678131/Ai-profughi-non-piace-la-pasta.html
Non pensate che io sappia tutto, alle volte mi sbaglio.
Qualcosina so.. in fondo.. sono di Genova. Gli immigrati ne vedo quotidianamente. E giro tra loro, parlo con loro, e alcune storie le so. Storie che non passano per i tg.. non passano neppure nelle orecchie della gente. Storie che non posso raccontare ora perché dovrei scrivere per ore.
Se però mi sbagliassi riguardo qualcosa.. riguardo a quel morto in più o in meno. Non prendetevela. Vi prego.
Non riuscirei mai, anche volendo, a sbagliare di più di quanto non facciano loro..
Ora vi leggo ciò che ho scritto sul mio foglio. Qui, nella mia mente, riguardo gli immigrati.
Gli immigrati giungono sulla già problematica isoletta di Lampedusa a bordo di lussuosi yot a gruppi di cinque, dieci al massimo, passeggeri cadauno. Sorseggiano martini e mangiano aragosta se gradiscono, in una durata massima del viaggio di un paio d’ore. Salpano dalla costa africana sotto una un marasma di saluti affettuosi e acclamazioni, con l’augurio di colonizzare il nuovo mondo. Giunti a terra vengono ospitati nei classici hotel a cinque stelle come il famoso “Hate Cax” fino a ché non decidono di spostarsi. Ovviamente sono i benvenuti e vengono serviti e riveriti. Hanno a disposizione abiti, cibo e un contributo mensile di mille euro.. ohoh, intendiamoci. non che a loro servano.
Purtroppo la popolazione di Lampedusa non ama gli stranieri e vedono queste ricche sagome come una minaccia.
Infine, miei cari ascoltatori, loro.. loro.. hemm.. scusate, non.. non capisco..
Oh! ma che stupido che sono! L’ho letto al contrario.
Avevo la pagina dal lato opposto. Pardon. Vogliate avere un attimo di pazienza che rileggo da capo.
Hem hem..
Gli immigrati giungono, forse, sull’isoletta di Lampedusa a bordo di barconi, chiatte e gommoni in uno stato pessimo, in un soprannumero arrivando a superare le 500 persone. Quasi non bevono e assolutamente non mangiano per interi giorni passati a bordo di quell’inferno galleggiante. I governi pagano perché alcuni barconi vengano affondati a crivellate di proiettili appena salpati in modo che non si vedano nemmeno arrivare. Se la nave non affonda, se non prende fuoco, se, insomma, non muoiono annegati come bestie sacrificabili, allora vengono accolti. Accolti in quelli che chiamano “centri d’accoglienza” quando in realtà sono vere e proprie prigioni. Perché dovrebbero tentare di scappare se fossero liberi d’essere umani?
La gente a Lampedusa ha visto e vede tutti i giorni ciò che succede in quel buco dimenticato dall’umanità inesistente di uno stato purtroppo troppo presente, ed è per questo che lotta per far avere loro aiuti e diritti.
Oltre tutto non bastava essere stretti come sardine sulla nave, ma vengono messi stretti come sartine in magazzini del tutto inospitali.
Vestiti? Ma quando?
Pagati? ma non fatemi ridere! I politici non vogliono dare i soldi a noi per ingrassarsi per bene e pensate davvero che li diano all’ultima.. no.. alla ruota di scorta del carro. Perché è questo il modo in cui vengono trattati, come una ruota di scorta. Perché chi prende il lavoro a nero se non vogliamo fare? Chi fa i lavori più umilianti, degradanti e faticosi?
E secondo voi, RAZZA di teste di cazzo che sapete solo sputare sentenze e giudizi a chi non avete nemmeno lontanamente visto con l’immaginazione, dire che questa gente, perlopiù bambini spediti dai genitori purché si salvino dalla guerra e dalla fame, dopo giorni e giorni di torture psicologiche indette da scafisti cinici che riprendono per coglionaggine – Caronti che traghettano anime verso l’inferno – e dalla sete e dalla fame e dal stanchezza, perché non si dorme bene sulle gambe di un’altro, questa gente riesce ad avere la forza, la volontà, l’arroganza e la faccia da culo di permettersi di dire no al cibo, rubare e (perché no? visto che ho letto anche questa stronzata) stuprare?!?
Come cazzo si fa a pensare che possano essere una minaccia!! Me lo spiegate?!QUANDO LEGGO CERTE CAZZATE MI SALE UNA RABBIA!MI VERREBBE VOGLIA DI.. DI..Di.. Io.. Io..
Ecco, io..
…
…
Hem..
Perdonatemi. Mi sono lasciato un po’ prendere la mano. Dovrebbe essere un blog di cazzate no? perché di questo trattiamo tutti i giorni no?
Di cazzate.
Vi chiedo scusa, ma quando leggo articoli del genere.. mi viene da ridere!
Ah!
Ah ah..
…
…
Ah..
…
…
…
No.
Non è vero.