C’era una volta, in un posticino che va dal qui al là, un bambino che aveva un problema scomodo di cui si vergognava moltissimo e tutti i bambini lo prendevano in giro..
ovvero un arrossamento al prepuzio.
Lo chiamavano Cappuccetto Rosso.
Egli era un bambino simpatico e pieno d’idee innovative.. ma tutti lo zittivano e ripercuotevano di botte prima che potesse parlare.
La mamma, per evitagli una bulaccata di pestoni sul muso e per non farlo tornare con le gonadi girate, di nuovo, lo mandava a fare il corriere della droga per arrotondare il misero stipendio della famiglia.
Così un giorno la mamma lo chiamò “Cappuccetto Rosso! Vieni qui!”. Il bambino spuntò dalla porta immusonito, bisbigliando: “Mamma, non mi chiamare così per favore!” “Ah già. Mi dimentico che sei una mezza sega. Volevo mandarti a portare questo cestino di dolci. Quelli da 20 euro al grammo.. dalla nonna. Che poverina sta molto male”
Così Cappu andò dalla nonna.. che era realmente sua nonna, solo con un piccolo problemino di tossicodipendenza. Sai, a quell’età c’è chi ha l’artrosi e chi pippa di cocaina. Sono fasi, cosa vuoi farci?
Vabbé, dicevo.
Andò dalla nonna camminando nel bosco infischiandosene dei consigli della madre. “Spalmati la pomata sul rossore” gli aveva detto, ma lui negava di aver quel malessere.. anche se continuava a grattarsi con tutti gli animaletti del bosco che trovava. Si grattò così tanto da perdere la strada e finire davanti al Lupo che bighellonava dopo essere rimasto disoccupato a seguito di una denuncia diffamante da parte di tre maledetti porci che l’avevano accusato di “Demolizione domestica”. Si sa che il Lupo perde il pelo ma non il vizio e così, glabro con la sigaretta in bocca, vedendo il povero bambino, intento ad arrovellarsi il glande col dito, che lo fissava spaventato, gli disse:
“Cazzo guardi?”
Poi ripensandoci si propose per dargli una mano ad andare dove stava andando. D’altronde non aveva una bega da fare. Dopo già pochi metri Ross, che non è quello della serie televisiva Friends, si era già rotto la ciolla di stare a sentire i suoi discorsi volgari tipo di quella volta che, dopo aver mangiato sette capretti, gli sembrò di cagare sassi, così lo fanculizzò con una scusa del tipo “Sei per otto?” Si sa anche che i lupi non sanno contare e si mise a piangere.
Lo so, è una scusa dimmerda, ma non sapevo come farlo andare via dalla storia..
Giunta dalla casetta della nonna entrò e la vide in procinto sadomaso col cacciatore e gli disse di entrare. Il bimbo non l’avrebbe mai detto..
ma sua nonna vestita di pelle faceva davvero schifo!
Per dimenticare si mangiò uno dei famosi dolcetti della nonna ignaro che fosse con i funghi.. sempre famosi della nonna.
Pochi secondi dopo, nonostante avesse sputato quella schifezza iniziò ad avere delle visioni (non per niente si chiamano “I famosi dolcetti della nonna”) e vide sua nonna modellarsi come cacca al sole. Le chiese:
“Ma nonna. Che mani grandi che hai”
E lei rispose: “E’ per toccare il cielo meglio bambino mio”
“Che nani grandi che hai!”
“Ma che cacchio stai diceeeeendooooOOOooo?”
Dopo una botta allucinante che gli fece sentire la nonna rallentare, svenne tra sorrisi sbavanti e pupille ingrandite.
La nonnina, dopo essersi fatta sellare dal cacciatore, galoppò subito dalla figlia e insieme approfittarono del momento per circoncidere il caro bimbo con un machete e non fargli avere più quei brutti arrossamenti.
E visse tutto felice e contento…
per una settimana circa perché, mentre pisciava su un muro esibendo con piacere la sua gloriosa novità, fu manganellato da un gruppo di naziskin che passavano di lì per caso.
Fine..