Altra settimana altro racconto (compito). Per chi non sa di cosa stia parlando clicchi QUI.. ops…
Volevo dire QUI.
La consegna di questo esercizio era di immaginarsi la propria morte. Consegna che non sento di aver seguito al meglio. Non tanto perché l’idea sia brutta, perché è carina (per quanto scontata), ma perché potevo sfruttare davvero la possibilità di immaginare cosa mi sarebbe successo se fossi realmente morto… pratica, tra l’altro, che mi diverto spesso a fare a mente.
Non c’è molto da capire, e nemmeno nulla di nascosto dietro le righe come mi piace tanto fare. Quindi non troverete spiegazioni in fondo all’articolo. Per questo motivo e anche perché sono le dieci e mezzo e non ne ho voglia di troppo sbatti perché minchia cioè, ci siamo capiti!
Quindi buona lettura e non spremetevi le prugne.
Vuoi sapere com’è morire? E’ molto semplice. Si tratta solo di piccoli passaggi.
Partendo dal primo: dimentica tutto quello che ti abbiano mai detto sulla morte, sono solo banali invenzioni. Tentativi di rassicurazione che qualcuno fa per altri. Solo sciocchezze.
Pedone in G6.
Una volta che hai lasciato stare quelle stupide superstizioni popolari, pensa a cosa potrebbe essere per te la morte. Ma non devi starci a pensare come se fosse un indovinello. No. Devi pensarlo d’istinto, come un ricordo rimasto lì nella tua memoria da sempre. Devi solo trovarlo.
Del resto non è molto diverso dalla nascita.
Torre in A4.
Diciamo che è uguale, ma al contrario. Quando nasci la vita prende il sopravvento. Ti pervade. Come aria nei polmoni. Come pensieri nella testa. Come sangue nelle vene. E così via. Una specie di sinfonia che parte all’unisono in un caos generale, ma, al contempo, assolutamente perfetta. Armoniosa. Equilibrata.
La morte è esattamente il contrario.
Alfiere in C1.
E’ un viaggio lentissimo in un altro stato, che ti culla e ti sconvolge. Gli ultimi istanti, lentamente, smetti di pensare, nonostante la tua mente cerchi disperatamente di ricordare tutto quello che può. Tenti di non abbandonare la vita.
Ma non può.
Torre in D8.
Tutto il resto poi che importanza ha? Siete soli al momento della morte. Una dolce intimità. Un tepore rassicurante. L’estasi finale che, a poco a poco, vi viene sottratta. Difficile da spiegare. Come acqua calda nella vasca da bagno che sgorga via lasciandovi nudi al freddo. Dov’è il tepore, mi chiederai? Dov’è l’estasi finale?
C’è, amico mio. C’è.
Ma lo provo io.
Pedone in A7.
Ma non ti devi spaventare, è una cosa normale. Naturale. La vita va. La vita viene. Cosa ci puoi fare? Rassegnati. La paura non è contemplata nella morte. Peggioreresti solo la tua transizione. Dovresti invece pensare ad abbandonarti. Fidati.
E’ una sensazione unica.
Cavallo in G7.
La vita tanto, non deve rientrare nei tuoi pensieri ora. Dovresti concetrarti solo sulla partita. E invece fai di tutto per distrarti.
E a quale scopo? Nessuno. Alla fine l’esito potrà essere soltanto uno. Ma se avessi giocato bene, magari, a quest’ora avresti potuto salutarla un ultima volta.
Vuoi sapere com’è morire? Tranquillo.
Lo saprai presto.
Regina in E3.
Scacco matto.