“ilPanchinologo” mi scrisse se ero interessato e lo fui subito. Ed ecco qui quella che spero sia la prima di una lunga serie fantasy scritta per il blog di tutti e di nessuno:
“Zio Luis! Zio Luis! Mi racconti un altra storia degli anni morti?”
“Oh diavolo, di nuovo? Voi marmocchi e le vostre storie sugli zombie. E’ diventata una moda?”
“Per piacere ziooooo”
“Facciamo che te ne racconto una sola se mi porti un’altra birra”“Già presa!”
“Sto diventando prevedibile. D’accordo, scricciolo. Monta sul ginocchio buono dello zio”
“Raccontami quella del cavatappi e la scimmia”
“No no. Mi viene la nausea solo a pensarci da quante volte l’ho raccontata. Ce ne sono altre molto belle che non ti ho mai detto. Devo solo farmene venire in mente qualcuna.. lasciami pensare che.. eheh.. ce ne sono talmente tante che non me le ricordo.. in quei tempi si che ci divertivamo”
“Volevo esserci anche io”
“Eh ma te non eri ancora nata scricciolo. Ecco! Trovata.. Quella dell’aquilone…”Assorto nei pensieri, e tra i fumi dell’alcool, Luis torna indietro con la memoria per raccontare l’aneddoto scelto. Ma dato che le sue condizioni non lo rendono affidabile lo racconterò io per voi.
Era la fine della prima metà degli anni morti quando tre uomini armeggiavano con fili e apparecchi elettronici in un grezzo accampamento di avanscoperta. I tre uomini erano: il nostro alcolizzato Luis. Il suo inguaribile romantico fratello Scot. L’inguaribile, e basta, Roody detto Rod.
L’aquilone di cui parlava poco fa l’anziano Luis era un nuovo progetto di monitoraggio dell’area montato, appunto, su un aquilone. Qualcuno potrà pensare che sia un’idiozia.. Sempre questo qualcuno è un’idiota. Difatti non terrebbe conto, questo ipotetico qualcuno che dopo il catastrofico “Ingiudizio Universale” impetuosi venti cominciarono a soffiare incessantemente e che l’utilizzo di un’antenna, come verrebbe normale pensare, crea maggiori interferenze rispetto ad un ricevitore libero nel cielo.
In oltre l’aquilone era di dim… Come? Perché Ingiudizio Universale? Beh certo, non potete sapere. Ingiudizio perché quel giorno il Signore, al posto di chiamare a se i puri e i giusti, facendo dannare tutti gli altri tra le fiamme dell’inferno, fece semplicemente il contrario. Decise di rispedire sulla terra tutte le anime, pie o meno, mai esistite. Facendo camminare ancora una volta sul suolo tutti i morti. Il nome poi venne dato ironicamente da noi scettici atei che, come potrete immaginare dopo un’apocalisse zombie, diventammo ancora più scettici ed atei. E ovviamente noi, scettici atei, non crediamo affatto che quello fosse un atto divino, ma piuttosto qualcosa di più concreto. Come, per esempio, una crocchetta di pollo caduta in un reattore atomico durante una procedura di conversione molecolare bio-chimica delle particelle di un cadavere.
Come in effetti è successo.
Lo so perché la crocchetta di pollo.. è caduta al sottoscritto.
Ma vi sto tartassando di nozioni inutili e poco pratiche alla nostra storia.
Riprendiamo dunque..
In oltre, dicevo, l’aquilone era di dimensioni molto più grandi di quelle di un semplice giocattolo. Di forma romboide aveva diagonali misuranti tre metri per due fatte di carbonio irrobustito e un telaio sintetico di polietilene tereftalato. In poche parole avrebbe potuto, con il giusto vento, sollevare un vitello.
Ed era proprio questo fantastico strumento che i tre uomini stavano facendo salire, di metro in metro, in un cielo ventoso e greve. O per meglio dire, due dei tre uomini lo stavano facendo salire.
“Roody, idiota di uno scemo, smettila di seminare orsetti gommosi e vieni a darci una mano!”
“Ma Luis, se poi arrivano gli zombie come fac..”
“Quelli non tengono alla larga gli zombie, quante volte te lo devo dire!”
“Non trattarlo sempre male. Poi si intristisce e non serve più a nulla.” Disse Scot a Luis. E poi a Roody “Forza vieni grand’uomo! Ci servono i tuoi muscoli.. Ma vedi di non cagarti addosso per lo sforzo come l’ultima volta.”
I due fratelli risero come due bambini scemi. Il terzo, imbarazzato, ciondolò verso loro, afferrò la corda e si unì al coro di “Uuuuno, Duuue. Uuuuno, duuue.”
“Bene! Fratellino, tu collega l’alimentazione e fai partire il generatore. Io intanto triangolo l’avamposto.”
“E io?”
“E tuuu.. tu tieni saldo il cavo. Non si sa mai che la leva ceda e perdiamo l’apparecchiatura.” Disse Scot con un sorrisetto che gli idioti non comprendono parlando della leva di blocco.
Roody fece un cenno del capo, gonfio di responsabilità.. ignorando deliberatamente il fatto che le probabilità di rottura del blocco erano dello 0,0016%, dato il robusto meccanismo.
Nonostante ciò, face di tutto per essere d’aiuto. E quando Luis gli chiese di passargli il piede di porco chiamando l’arnese erroneamente “leva” girandosi si sorprese di vederlo più. Ma non ci volle molte tempo per capire cosa fosse stato quel ‘Crank’ che udì. Solo ciò che vide dopo gli fece capire di aver fatto un grave errore.. anche se non l’avrebbe mai ammesso.
Roody, di robusta costituzione (del peso uguale a quello di un vitello) stava volteggiando appeso ad un aquilone, con una leva in mano, in direzione sconosciuta. I due fratelli scettici rimasero ad osservarlo impassibili, increduli della stupidità dell’uomo. Aspettarono che il volteggio finisse, quando il cavo si incagliò tra i detriti di un mezzo palazzo e poi decisero di andarlo a recuperare.
Ritrovarlo non fu difficile. Roody non era un amante delle altezze e strillava come una scolaretta. Specie se l’orda di zombie (e a quell’epoca di senz’occhi ce n’erano pochi) si era radunata sotto di lui. Quando i fratelli arrivarono la scena era dannatamente drammatica. Luis scoppiò a ridere a crepapelle mentre Scot, che di certo era più sensibile, si limitò ad una sana risata. Gli zombi sotto al compagno, stupidi come solo esseri dal cervello deteriorato sanno essere, puntavano le braccia ( o quello che ne rimaneva), in alto tentando di afferrarlo come se i quattro metri di distanza dalla preda potessero essere ridotti con la forza di volontà. Di tanto in tanto si sentiva un ‘Cloc’ e un braccio cascava osservato dal proprietario visibilmente dispiaciuto.
“AIUTATEMIIIIII!!!”
“Arriviamo, arriviamo. Razza di idiota. Un attimo” gli gridava Luis dal fondo della strada. Montarono di nuovo in macchina e misero in moto.
“Dannazione. Da quant’è che non facevo un frappè?”
“Toccherebbe a me, eh. L’ultima volta l’hai fatto tu.”
“Ma non contava! Erano solo in tre. E poi..”
“Vabbé, vabbé. Vai!”
“Grande!” esclamò Luis, leggermente euforico grazie alla birra della colazione.
La macchina sgasò e in pochi secondi stava già sfrecciando contro l’orda. E pochi altri secondi dopo aveva già maciullato contro i rinforzi sporgenti del PickUp una buona dozzina di morti. Ma il frappè non era pronto e ciò che successe dopo fu una sequenza di avanti e indietro sui pezzi marci che schizzavano ovunque facendo slittare le gomme sulle interiore viscide.
Parcheggiando sotto Roody, Scot si sporse dal finestrino urlandogli: “Salta!”
“No! E’ troppo alto.”
“Ma va’, su! Sono solo due metri. Due e mezzo massimo!”
“Non è vero!”
Si sa che nei casi disperati l’aiuto viene sempre dall’alto. Un segno fece alzare gli occhi ai due in macchina.
“HeiRod. Mi sa che devi saltare.”
“Non riesc..”
Nemmeno a finire la frase che quello che non sembrava di un segno divino, gli saltò addosso. Fecero un altro urletto isterico dimenandosi dalla presa dello zombie. Tenendosi con una mano al cavo, con l’altra cercava di non farsi mordere. Accidentalmente gli infilò un dito nell’occhio e con uno ‘splot’ si ritrovò mezzo pollice nel cranio dell’essere che smascellava. Ciò incrementò il senso di disgusto e panico dell’uomo che fece diverse torsioni col busto ingrovigliandosi. Infine esausto si lasciò andare.. ma non fece molta strada.
La gamba era rimasta legata al filo e con esso lo zombie poco più in su, entrambi a testa in giù. Lo strattone fece districare l’aquilone e i due cominciarono a svolazzare sopra le strade. Panicato dalla situazione Roody cercava di spingere via il cadavere, ma, incredibilmente, se lo ritrovava ciondolante davanti mentre sbracciava per un assaggino. Dico “incredibilmente” con sarcasmo dato che erano legati allo stesso cavo.
“’Fanculo.. ci penso io ora. Scot, guida!”
Luis si sporse dal finestrino con il fucile mentre il fratello, accartocciato, guidava come poteva per non perderli, prese la mira e fece ricordare il secondo motivo per cui era famoso. Con un colpo spezzò la fune. Il primo motivo per cui era famoso, come vi ho già detto, era la bottiglia facile e portò via anche due dita del piede di Roody.
Egli cadde come un sacco di patate morto (per intensificare il tonfo) sul furgone.
Guardarono lo zombie volare via leggero rimbalzando tra un lampione e un semaforo.
Scot e Luis scesero dal mezzo per vedere come stava Roody. Rannicchiato quest’ultimo bofonchiò:
“Ecc.. ecco Luis.” tirando fuori da chissà dove la leva.
“Tze! Grazie Rod.” rispose Luis gettandola via.“E c’è chi giura di aver visto quello zombie volare gridando come un coglione… Aaaaaaarrrr.. ahahaha!”
“Ma perché ha staccato la leva?”
“Perché era un idiota cara. Ed ecco perché ora è morto… più o meno.”
“Zio Luis! Zio Luis! Mi racconti un altra storia degli anni morti?”
“Oh diavolo, di nuovo? Voi marmocchi e le vostre storie sugli zombie. E’ diventata una moda?”
“Per piacere ziooooo”
“Facciamo che te ne racconto una sola se mi porti un’altra birra”
“Già presa!”
“Sto diventando prevedibile. D’accordo, scricciolo. Monta sul ginocchio buono dello zio”
“Raccontami quella del cavatappi e la scimmia”
“No no. Mi viene la nausea solo a pensarci da quante volte l’ho raccontata. Ce ne sono altre molto belle che non ti ho mai detto. Devo solo farmene venire in mente qualcuna.. lasciami pensare che.. eheh.. ce ne sono talmente tante che non me le ricordo.. in quei tempi si che ci divertivamo”
“Volevo esserci anche io”
“Eh ma te non eri ancora nata scricciolo. Ecco! Trovata.. Quella dell’aquilone…”
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