Quella che state per leggere è la mia prima sceneggiatura mai scritta. Infatti potete notare ancora il mio vecchio – e leggermente infantile – nomignolo in fondo la tavola (non come Gimmi, che è tutta un’altra storia).
I disegni di Paolo Voto hanno dato corpo a questa piccola creazione di cui ammetto di andare orgoglioso, perché sopravvissuta alle mie autocritiche in tutti questi anni.
C’è da dire anche che è stata la prima di un corso di sceneggiatura fatto con Sergio Badino presso Studio Storie.
Spero vi piaccia come è piaciuta a me scriverla (quanto sono dolcino oggi).

Sceneggiatura:
Nota: L’uomo è un killer, ma si scopre all’ultimo. Quindi deve dare l’impressione di essere un impiegato, o un venditore porta a porta.
1\ Ext-giorno. Strada.
Dal basso in PP la FI di un uomo con una ventiquattrore che guarda in SP un vecchio palazzo.
Dida narr (killer)- “Questo lavoro prima o poi mi ucciderà.”
2\ Int-giorno. Palazzo.
CM. l’assassino vestito da impiegato sconfortato nel leggere il cartello sulla porta dell’ascensore con su scritto “Fuori servizio”.
Dida narr (killer)- “Vedrai che se sei bravo farai soldi, mi dicevano.”
3/5\
Dall’alto: la tromba delle scale su cui sta salendo l’assassino e da cui si sporge per vedere quanti piani manchino.
Dida narr 1° (killer)- “Mi tocca fare sacrifici su una strada in salita.”
Dida narr 2° (killer)- “Senza una famiglia. Senza dei figli.”
4\ Ext-giorno. Tetto.
CM della porta sul tetto aperta con sulla soglia l’assassino. Stanco ma con un mezzo sorriso.
Dida narr (killer)- “Però quando arrivo in cima lo capisco. Lo accetto.”
6\
Stretta sulla ventiquattrore aperta. All’interno pezzi smontati di un fucile da cecchino.
Dida narr a chiudere (killer)- “Il lavoro è lavoro.”