
Ecco quella che dovrebbe essere la seconda (o terza) sceneggiatura scritta. Eh sì, non è un gran ché come sceneggiatura perché rileggendola mi rendo conto di una serie di leggerezze che ho fatto e pochi chiarimenti che ho dato. Ma oh! Siamo qui per imparare, no?
Però l’idea in generale mi divertiva molto e mi diverte ancora adesso… perché l’ho vissuta davvero questa esperienza e sono ancora qui per raccontarlo.
Sceneggiatura:
NOTA: La tavola vuol far fraintendere al lettore che i protagonisti siano chiusi in una chiesa per ripararsi dagli zombie (o una minaccia simile), mentre invece uno esorta l’altro di far una foto prima che entrino i turisti. I protagonisti sono Alberto, figlio adolescente di Beatrice. Deve sembrare che Alberto, più basso di Beatrice, sia ferito e chieda il colpo di grazia a sua madre.
La vignetta 1 prende tutta la riga; la 2, 3 e 4 sono sulla seconda; la 6 è più larga e prende più spazio sulla terza riga rispetto la 5.
Sarebbe carino, ma non indispensabile, che le vignette siano incorniciate dalla forma del portone della chiesa, tondeggiante sulla cima a punta.
1\ Ext-giorno.
Panoramica di una campagna autunnale con una chiesetta non molto grande al centro. Intorno a essa, soprattutto davanti al portone, tante indistinguibili da lontano (i turisti). Davanti al piazzale della chiesa uno o due pullman; ma non devono attirare l’attenzione.
Dida narr. (Alberto)- “Presto, prima che entrino!”
2\ Int-giorno.
Dentro la chiesa, con poca luce. In PP la nuca di Antonio (più basso), in SP Beatrice in MB che si guarda triste le mani che escono dalla vignetta (potrebbe sembrare che tenga in mano una pistola, ma è il cellulare).
Beatrice- Non posso. Non ho abbastanza…
3\
Dettaglio della grossa serratura da cui si vede, dall’altro lato, un occhio che sbircia all’interno.
4\
PP di Alberto che sbotta urlando.
Alberto- Premi e basta!
5\
CM di tutto il portone che si spalanca inondando di luce l’interno e lasciando indistinguibili le sagome all’uscio.
6\
CL della chiesa ora piena di turisti che fanno foto e occupano tutto lo spazio. Alberto scazzato ancora davanti a una statua con la stesso sua posa e più al centro Beatrice che guarda il monitor del cellulare sollevato.
Alberto- Ecco.
Beatrice- Non ho abbastanza luce comunque.
NOTA: L’ultima battuta di Beatrice è sussurrata in piccolo, come fosse una battuta fuori finale.