La metafora della vita (titolo pretenzioso)

Se ti dico circo e piatti, probabilmente l’associazione di parole ti porta a pensare a una dozzina di ragazze cinesi che tengono lunghi bastoni sottili con mani, piedi, ginocchia, bocche, nasi, fronti che fanno numeri di equilibrio. O almeno è quello che viene in mente a me dopo che ho cercato “circo piatti” su Google immagini per cercare la copertina di questo articolo.

Anche se è una pratica circense fuori moda – e l’immagine che vi ho descritto qui sopra delle cinesi mi mette, in realtà, il bastone tra le ruote per quello che voglio dire – si sposa bene con una similitudine che ora ti sparo. Quindi seguimi bene con quello che ti sto per scrivere.
Se non hai undici anni, probabilmente sai che i bastoni su cui si fanno girare i piatti possono essere incastrati in dei fori. L’elasticità del bacco permette un’ondulazione tale da far roteare e tenere in equilibrio il piatto posto in cima per un po’ di tempo, ok? Chiamiamo uno di questi piatti, lavoro. Un altro, famiglia. E ancora, amicizia, amore e psiche.
Immagino tu abbia capito dove voglia arrivare.

La metafora più vicina alla vita che sento è questa. Noi siamo a terra, con davanti dei piatti da tenere in equilibrio e lo facciamo facendo oscillare i bastoni sottostanti… ma abbiamo solo due mani. Io sento che le sfere della mia vita – come quelle accennate prima – siano molto differenti e slegate tra loro e ciascuna ha bisogno di una particolare attenzione. Se ne trascuri una finisce che rallenta, perde equilibrio, cade e si rompe.
Ma facciamo un passo avanti.

Hai due mani – avrai sempre due mani – e quattro bastoni. Tenerli in equilibrio è un gioco da ragazzi. Mi immagino quelle persone che vivono sole, che vanno a lavoro e poi tornano a casa, senza famiglia. Nerd incalliti che sanno tutto sulla serie di Star Trek, o persone fissate con il fitness. Magari qualche amicizia, ma poi poco più. Tenerli insieme è un gioco da ragazzi… quasi noioso.
Beh, noioso lo sarebbe per me. Sono sicuro che ci siano persone che tutto questo vada bene. Io mi sento l’esempio opposto.

Tanti bastoni quanti ne puoi inserire nei fori. Un continuo andare avanti e indietro per girarli tutti. Alle volte uno viene messo distante qualche metro, che ti venga spostato e non sai come sia successo, oppure – come succede a me e succede perché sono scemo ammerda e lo faccio succedere – lo posizioni proprio tu lontano. Allora lascia che il pubblico mangi i popcorn mentre ci guardano schizzare a destra e a manca per non far cadere quell’unico piatto vicino al culo dell’elefante. Che bello che è il circo!
Ma avere tanti bacchi non è stupido di per sé. Il segreto sta ne metodo. Se non lo hai ti ritrovi con il fiatone a girare quelli che già erano in equilibrio e dimenticarti di quelli a filo di bordo. Se lo trovi, il metodo, diventa gratificante. Ti scopri balzare con eleganza tra i bastoni, in ordine uno dopo l’altro, e stanno su. Tutti e dieci. Se hai metodo, quando ti spostano un bastone (o te lo sposti da solo) sai che devi cercarne un altro, ma sarai reduce del metodo di prima. Sai che se ne hai trovato uno puoi trovarne un altro.
Capisci cosa sto dicendo?

In ogni caso, non so se tutto questo discorso porti da qualche parte.
Volevo solo condividere questa visione che mi piace molto e che vorrei inserire in qualche storia a fumetti, in un modo o nell’altro.
Nel frattempo spero che il prossimo articolo sia un racconto o una sceneggiatura come promesso.
Ma non mi aspettare in piedi..


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