Non ho ancora ben capito che cosa sia il progetto Stigma 11 della Eris.
Pare una collana, ma non la presentano come tale. Piuttosto qualcosa di sperimentale (se sai qualcosa, sono tutto orecchi). In ogni caso ho comprato Il Viaggio, di Marco Corona. Mi ha attirato il fatto che, sfogliandolo, avesse – come suggerisce il titolo – splash page a profusione (non proprio tutte, ma sicuramente la maggior parte).
[Per gli amici da casa che non sanno cosa sia una splash page sappiate che c’è Google che funziona discretamente… no dai, scherzo, che poi sono antipatico e non mi inviate più i biscotti allo zenzero. La splash page è una tavola (un foglio) su cui c’è un disegnone unico che non ha vignetta, ma arriva fino ai bordi. Si usa tendenzialmente per stupire, prendere spazio di azione o emotivo. Pensate decine di super eroi che se la danno di santa ragione o una ragazza che rimane sotto la pioggia, dopo aver rotto col partner.]
Dopo questa breve e inutile spiegazione (perché Google l’avrebbe data meglio) andiamo a capire se è cosa buona e giusta. Io, probabilmente, novellino quale sono mi lascio ancora incuriosire da questo genere di comunicazione. Ma qualcosa mi dice che, chi ne ha passate più di me, non vedrebbe questa scelta stilistica come innovativa.
Non ho ancora deciso se sia una cosa che ho apprezzato o meno – lo splashpagiare a profusione, intendo. Ho l’impressione che potesse essere usata meglio. Anche perché non c’è una vera e propria storia… e quello che accade è scritto praticamente papale papale nella quarta di copertina, ed io – non avendola letta – non ho ben capito quello che stava accadendo. Quindi mettiamo le mani avanti, non si tratta di un fumetto che racconta una storia, ma qualcosa di evocativo, a mio avviso.
Ci riesce?
Secondo me – tutto sommato – si.
Anche se nel mio cervellino, vedendo intere facciate con la stessa immagine ripetuta ma leggermente modificata, mi gridasse che ho speso ventitré euro di pagine copiate, il risultato muoveva sensazioni di ansia. Suspense di essere spaventati alla pagina dopo. Questa cosa mi è piaciuta, anche perché – essendo una splash page – quel rischio di trovarti una figura inquietante davanti è forte. Succede davvero?
Non ti rovino la sorpresa.
Potrebbe essere interessante analizzare questo aspetto e, certamene, a anche a livello grafico (ma non sono un disegnatore e su questo fatico un po’ e non mi esprimo). I soldi sono sempre tanti e consigliarlo caldamente come acquisto non ci riesco, però vale la pena interessarsene, in un modo o nell’altro.
Con questo ho concluso e mi rendo conto che queste chiacchierate sui fumetti non sono così divertenti e forse preferiresti che ti parli di mare, sandali e aria pulita. Ma purtroppo, va così e mi porterò appeso al petto questo senso di colpa.
Baci..