Non hai idea del piacere e – soprattutto – della FATICA di rimettersi a scrivere periodicamente.
Ma non partiamo con questo nuovo anno (perché, diciamoci la verità, l’anno comincia con settembre) lamentandoci, mugugnando come si dice in quel della Liguria, e raccontiamoci due cose belle. Per esempio, che luoghi che hai visitato?
Nota: questo articolo si potrebbe definire quasi una pubblicità senza un prodotto da vendere, data il suo essere beverino. Mi serve sono per riprendere le dita. Scioglierle come cacca al sole.
Aspetterei volentieri la tua risposta, ma non rispondi mai, quindi parto io!
Io sono andato a Cagliari.
*Nessun suono di stupore*
Lasciando stare il mio – sicuramente più interessante – stato di agitazione nel temere che in vacanza non riuscissi a rilassarmi, ti dico come Cagliari sia una citta un po’… insapore?
Nella speranza che tu non faccia parte della prole cagliaritana e mi ritrovi sotto casa, domani, pecore da guerra pronte a rendermi pecorino, Cagliari è una città piccina, carina, ma poco più.
Non è solo una mia percezione, l’ho chiesto ad altre persone che hanno avuto modo di viverla più o meno a lungo, e l’idea generale è stata la stessa. Al di là della mancanza di attività giovanili e culturali, proprio la città pare priva di anima.
Ma che cosa significa? (Mi sono domandato).
Perché Genova – che per qualche ragione me ne trovo innamorato ogni anno di più e mi ritrovo a guardarla atterrando con l’aereo in tutta la sua lunghezza ed emozionandomi all’idea di tornare anche se forse potrebbe essere legato al fatto che fuori di casa cago a fatica ma sono convinto che ci sia di più lo so! – … un inciso decisamente lungo. Non ricordo cosa stessi dicendo.
…
Perché Genova, dovrebbe essere una città con un’anima e Cagliari no?
Genova, con tutte le sue pecche, la puzza di pipì nei vicoli, il sole che non arriva al pavimento, il sole che puzza di pipì, il vento forte, le piantine di basilico che cadono dalle finestre spinte dal vento troppo forte e che finiscono sulla pipì che puzza un po’ meno di pipì e un po’ di più di basilico, ma che comunque fa schifo perché prende un odore dolciastro?
(Oggi è così, scusate).
Riflettendoci sono arrivato alla conclusione che è proprio per l’insieme di tutte le difficoltà, le problematiche, che Genova ha – unite a tutti gli aspetti splendidi di una città pregna di storia, arte e nobiltà – a renderla speciale. Genova e ogni altra città con delle problematiche, ha due lati della medaglia. Ha un carattere nel trovarla splendida e incarognita. Gioiosa e decadente. Presenta, insomma, dei conflitti e come ogni personalità conflittuale porta a migliorarsi per superarli.
Tutto ciò rende la rende pulsante.
Tutto ciò la rende un posto da cui imparare.
Tutto ciò la rende schifosamente Genova.
(Dovrei fare il pubblicitario).