Conosci la pratica del sexting?
In caso non lo sapessi, è quando due persone si messaggiano solo che, invece di concludere un testo con l’emoji della melanzana, manda una foto della melanzana. (Se questa sottile metafora – affiancata alla parola sex in sexting – non dovesse averti ancora illuminato, sto parlando di mandare una foto del cazzo).
Cert’èvvero che non servono solo le immagini, ma anche il contenuto del messaggio deve avere la sua importanza. Troverei fuori luogo se una persona, dopo aver scritto “ho finito ora di riscrivere il mio CV” mandasse un’immagine del roseo glande in favore di luce.
Forse avrai avuto l’accortezza di intuire che sto parlando solo di situazioni maschili, ma ciò non vuol dire che sia una pratica esercitata tanto dai maschietti quanto dalle femminucce. Parlo solo di melanzane perché il trattare questo discorso mi imbarazza. Infatti, il massimo che ho fatto è quello di scrivere tre uguale uguale uguale d maiuscola in un sms, nel 2005. (Se anche in questa occasione senti che ti sta sfuggendo qualcosa lascio – in fondo all’articolo – una chiarificazione per le persone prive di pudore*).
E questo mi porta anche a dire che – per quanto possa essere sembrato inizialmente – non è cosa da me attuata. Per due motivi:
Il primo, come pocanzi citato, mi fa vergognare abbestia e penso anche a tutte le grasse risate che potrei suscitare. Certo, sarebbe vanto dire di poter regalare sorrisi nel mondo, ma… ecco… magari più avanti.
Il secondo è che, talvolta mi domando l’utilità. Non sto mettendo in dubbio la componente del “brivido” che questa usanza può regalare, ma più un lato tecnico.
Mi spiego.
Ipotizziamo che io faccia una foto della mia amica Vanessa (si, ho dato al mio pene un nome di donna. Problemi?). Faccio una foto e poi la mando alla persona in questione. Questa persona riceve il messaggio e, dopo essersi asciugata le lacrime e atteso che i dolori addominali si dissipassero, mi manda una foto del suo lato intimo. Tutto formicola nel mio corpo e… boh, risponderò scrivendo “melanzane” o qualcosa del genere e tutto sfocia – penso – in una glorificazione del proprio corpo. Fantastico. Ok. Ma il giorno dopo, cosa dovrei farei?
Mandare nuovamente la foto della melanzana?
Ma è la stessa del giorno prima!
Così ho cominciato a pensare che chi pratica sexting, trovi modi per rendere la cosa più appetitosa.
Li immagino a fotografarsi in spiaggia, in uno chalet in Valtellina, alla Lidl tra il cartone del latte intero e lo stracchino in offerta, in un museo di gratta-calli in avorio fatti a mano o in un asi… no, niente. Come se non avessi detto niente.
Hai capito il punto?
Però non mi convince. Non è il luogo o i filtri Instagram che mette gli occhi pazzi a testicoli che fanno la differenza, ma l’oggetto di interesse stesso! Se non c’è variazione in quello a cosa serve mandarsi le foto?
Allora ho cominciato a fantasticare sul cosa si potrebbe fare e l’unica soluzione che mi è venuta in mente è l’orpello. L’abbellimento.
Immagino questi uomini virili far vestire la propria mascolinità con accessori e graziosi berretti. Li vedo intenti ad addobbare di borotalco e sferzare le forme a colpi di cipria. Contornando con frasi tipo: ci starebbe bene quel foulard? Cosa dici, le compro queste scarpe? Domani si va fare shopping, che Vanessa è un po’ giù ultimamente.
E poi immagino tutti gli scenari possibili. Sfilare a Milano su passerelle d’alta moda. Partecipare goliardicamente alle feste di Carnevale, addobbando con cinturoni cappelli da cowboy. Chiamare i propri amici per delle rievocazioni storiche, tutti insieme sulle coste greche; troiani e achei in un sanguinoso scontro epocale.
Questa cosa mi esalta. Potrebbe diventare anche un’abitudine non così tanto imbarazzante alla fine.
Tutti potremmo vestire gli abiti di chi ci pare – maschi, femmine e tutti gli altri generei indistintamente – per poter vivere all’insegna della fantasia. A Natale le foto di famiglia, con piccole sciarpe, berretti, guanti e maglioni orrendi con le renne, tutti riuniti a far la foto di famiglia. Padre, madre e tutti i figli che…
Ok, meglio fermarsi.
3===D *