Oramai è da qualche settimana che ho trent’anni.
Un uomo nuovo, come mi sovvien pensare. E in questa rinascita di persona matura (che poi, oh, si capisce che ci ricamo sopra. Non è che ai trenta mi sono svegliato e ho indossato i mocassini) ho cominciato a fare le cose che fanno le persone mature.
Ho usato l’ammorbidente.
Eeeeeh, magari sogghigni perché pensi, quanto sia stupida come cosa, ma eeeeeh, guarda che mica poi così tanto. Perché sono piccole attenzioni, quasi microscopiche, di quelle attenzioni che ti cadono sulla federa del cuscino, sulle lenzuola, sul coprimaterasso e se ne stanno lì per darti fastidio. E danno fastidio perché non ti lasciano dormire. Stanno lì e pizzicano come mille cimici e non fai altro che pensare a cose come: “ma perché non uso l’ammorbidente?“
E così ho fatto. Ho usato l’ammorbidente.
Ho preso il Coccolino al pompelmo mi pare. L’ho usato sulla federa, sulle lenzuola e sul coprimaterasso. L’ho usato e il mio culo si è ammantato di sfogo cutaneo al pompelmo. Mi sono grattato finché non ho perso le unghie. Mi dava così fastidio, così fastidio, da non riuscire a dormire, da non stare fermo dal prurito, da sentirsi pizzicare come mille cimici. Era meglio starsene immaturi senza le piccole attenzioni, porca merda!
A vent’anni, non ho mai pensato di essere invincibile.
Ma trenta, ne ho la certezza.