Sto grattando il fondo.
In questo periodo di cambiamento non ho più acquistato un fumetto e mi ritrovo a prendere cose dagli scaffali, come un tabagista che unisce i residui di sette pacchetti di tabacco per girarne ancora una e fumarla senza filtro. O ancora peggio – come in questo caso – arrivo a parlare di un fumetto senza averlo finito.
“Eh, Gimmi caro. Questa è una delusione”.
Concordo, voce nella mia ascella, ma c’è da dire che alla fine, non essendo una recensione, ma parlottamenti vari su opere varie, posso anche concedermi questa libertà. E posso farlo anche – soprattutto – perché se hai il delicato OMNIBUS, capirai a metà che tanto l’andazzo è quello.
Ma andiamo in ordine.
Intanto(!) avrai notato come il Caps Lock scorra potente nella parola OMNIBUS. Perché, per quanto riguarda Invisibles, se vuoi leggerlo a letto sappi che farai addominali, da seduto bicipiti, se te lo porti in giro sono lombari. Il peso specifico di questo prodotto è quello dell’osmio (sgancio perle prese da Google). Aggiungiamoci inoltre che non è solo fisicamente pesante, ma anche il contenuto è pesante.
Si dice che il palestratissimo Grant Morrison fosse fatto di acidi quando lo ha scritto. Nella seconda di copertina dicono che non sia vero. Ma la veridicità di questo fattore a noi non importa molto. Ciò che conta è che cominci a leggerlo non capendo un calco, poi arrivi a metà e continui a non capirci un calco. Tutta la narrazione presenta situazioni più o meno collegate al passato – o al futuro – che non sono identificabili. Chiare. Cicciano fuori cose che non sai bene perché. La sensazione è quella che ci sia un mondo dietro mai stato scritto, che di volta in volta viene improvvisato.
Hai già fatto tua la convinzione che sia un fumetto che non leggerai mai?
Male!
Anzi…
MALE! (in Caps Lock).
Quando si hanno trovano opere del genere bisognerebbe trovare il coraggio di affrontarle. Sono letture non convenzionali che portano ricchezza su più livelli. Se scrivi, vedere come viene gestito lo storytelling è affascinante, per non parlare di certe scelte stilistiche non da poco. Se non scrivi, è comunque una lettura che porta in scenari accattivanti. L’importante – come da titolo – è non pretendere troppo da se stessi e continuare a leggere.
Ma non è proprio semplice se non si è abituati.
Se hai la tendenza a leggere solo One Peace e simili, passare subito a questo senza qualche gradino intermedio… beh… è facile che ritrovi sul suddetto gradino la tua marmellata di gengive. Un ostacolo troppo alto per non inciamparci.
Finiamo velocemente questo disagio (non sono confortoso nel pensare di non averlo finito, lo ammetto) e auguriamoci un buon fine settimana.
Ti auguro tanta lettura e esercizio fisico.
P.S: ho messo in grassetto marmellata di gengive perché mi è piaciuto particolarmente come immagine <3