Si sa che i muti sono più buoni.

Mentre passeggiavo in quel di Facebook, mi sono affacciato a una finestra poco interessante, ma curiosa in quel momento.
Il post riportava una la foto di un noto – non per me – difensore degli animale che, imbavagliato, reggeva un cartello con su scritto: “Se gli animali parlassero li mangeresti?“. Ciò che ne seguiva erano decine di commenti a favore e sfavore del messaggio che comportava.

Sorvoliamo sull’incapacità di comunicazione che abbiamo sui social (io sospetto a causa di una mancata educazione a riguardo) che ci porterebbe solo a confusione. Piuttosto dedichiamo un articolo in futuro… ricordamelo.
Parliamo invece del concetto, ma cominciamo dalle consuete premesse:

Io mangio carne.
Piace tanto mangiare la carne. Se mi chiedessero tre cose da portare in un’isola d’eserta semplicemente risponderei: un grill, il libro “come usare al meglio il grill” e un allevamento estensivo di diversi ettari, con addetti ai lavori, di buoi e suini (per il grill). Perché sono una persona che si accontenta di poco.
Detto ciò però voglio precisare che punto anche a un’etica (ho detto allevamento estensivo e non intensivo). L’altro giorno ho preso un hamburger vegano, perché avevo già mangiato carne la sera prima. Ammetto di aver condito i pomodori con lacrime salate, ma ero comunque orgoglioso della mia scelta.

Veniamo al dunque. Tu mangeresti animali se parlassero?
A galla viene una lezione importante, impartitami quando ero bambino [segue storia inventata, giusto per rendere l’idea]. Ero all’asilo, un bambino mi ha preso in giro e io l’ho pugnalato la faccia con un lego di quelli grossi con cui si può effettivamente edificare un grattacielo. La maestra arrabbiata mi ha chiesto spiegazioni e io ho piagnucolato “e ma se lui non mi prendeva in giro…” La reazione fu un istantaneo calcio sul setto nasale per suggerirmi la lezione che, con i se e con i ma non si ottiene nulla (o una roba del genere).

Capisco che sia una provocazione da prendere per quello che è. Allora mettendo da parte questo simpatico siparietto immaginario la replica vera mia è stata: E se parlassero anche le piante?
Penso basti per annientare la prima domanda. Perché la risposta non può essere, moriremmo di fame.
Se gli animali parlassero è evidente che la nostra società sarebbe cresciuta in modo completamente diverso. Forse collaboreremo con loro, o forse saremmo in guerra per mangiare gli uni e gli altri. O forse saremmo tutti carnivori e cannibali (perché non ci credo che tribù indigene mangiatori di uomini – e donne – scegliessero solo prede mute).

Siamo creature particolari e non mi sorprenderebbe scoprire che apparteniamo a una anomalia nel piano di madre natura e – in quanto tale – non seguiamo tali leggi. Proprio per questo che, non dovendo seguite primitive indicazioni, ci dovremmo controllare da soli e non esagerare rischiando di danneggiare l’ambiente. Non è tanto il non mangiare gli animali, ma di rispettarli in quanto viventi evitando forme di sfruttamento e tortura.

Ma anche questo è un discorsone assurdo in cui temo non ci sia una reale risposta, ma solo tante soluzione più o meno favorevoli a noi, agli animali e ai muti – di cui sono sicuro da oggi cammineranno con sospetto a fianco ai macellai.

Con questo pensiero bislacco ti saluto. Mi raccomando non rispondere nei commenti che altrimenti mi si scombussola la routine e ci rincontriamo venerdì (sperando di aver letto un fumetto di cui parlare).
Ciao.


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