La mia prima volta: e la bilanciatissima guerra tra bene e il male.

Altro manga altra corsa.
Nella fattispecie questo roseo fumetto di Kabi Nagata (ogni tanto mi dimentico di inserire, in queste chiacchiere, chi l’ha fatto). Il mio sentimento per questo prodotto è spaccato a metà, tra il volerlo consigliare e gridare “Statene alla larga!”, tra il sentimento negativo e la voglia di tenerlo tra i fumetti del cuore, tra le forze angeliche del male e quelle demoniache del bene.

Ma sarò gentile… quindi parto con l’insultarlo.
Il contenuto di questa storia è qualcosa di intimamente personale (per l’autrice) e potenzialmente è una bomba. Qualcosa che ti districa l’intestino per riannodarlo più stretto – e a breve ti spiego perché. Ma come viene sfruttato tutto ciò? In una parola: male.
Un’esposizione spalmata dei fatti, con un botto di testo in cui spiega: quello che ha fatto, come si sentiva, cosa le succedeva ecc ecc… Mancante di una linea narrativa mi stavo per arrendere al primo capitolo. “Non ho voglia di spendere tempo a leggere qualcuno che mi dice e non mi mostra“, pensavo.

Poi, mi viene consigliato di leggerlo come un diario. Un po’ alla Zerocalcare (non so se sai chi sia, ultimamente – se fai silenzio e ascolti molto bene – si sente parlare di lui). Il problema è che – al contrario di Calcare – non c’è una comicità. Un’ironia, certo, ma non lo leggo perché fa ridere.
Decido comunque di provare, in fondo il tema mi interessa – e a breve ti dico qual è.

E lo leggo tutto.
Perché sono stato rapito dalla narrazione? No. Assolutamente. Rimane un diario piatto, ma nella testa avevo proprio quest’idea: un diario. Tutto è diventato più sopportabile e mi sono lasciato trasportare dalla semplice curiosità di conoscere i suoi drammi.
Ti ricordi che ti ho detto che ti avrei detto quali, per due volte?
Ho mentito. Ma a mia discolpa non sapevo di farlo. L’intenzione c’era, ma pensandoci è tutto l’albo e svelarli rovina parte del (briciolo) di interesse che racchiude.

Ti starai chiedendo il perché ho cominciato con un’introduzione così bilanciata tra i pro e il contro quando sto palesemente vangando merda su questo manga. E se non te lo stavi chiedendo l’avrai fatto ora.
Beh, perché c’è un bellissimo messaggio di fondo (invito a scoprire) che probabilmente – se lo avessi letto anni fa – mi avrebbe aiutato molto. Immedesimarsi in una persona che ha avuto una serie di disagi che, bene o male, più o meno, sopra o sotto, chiunque ha toccato a suo modo. Nella mia flaccida esperienza nell’ambito della psicologia (non dare peso a quello che sto per dire) ciò è una forma di terapia.

Se avessi una classe al liceo lo proporrei come lettura.


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