Quante volte la mente ti si è rivoltata contro?
Mi chiederai giustamente in quale senso specifico. “Tipo, una volta ho usato il dentifricio come sapone intimo perché ho sbagliato a…” no. Non intendo quella volta in cui ti ha scoreggiato il cervello. Parlo di quando la tua mente – chiamiamola Rudolfo, con la u – ha appositamente agito per andarti contro. Quando fa qualcosa per il semplice scopo di disturbarti o boicottarti in qualche modo.
Mi vengono in mente due esempi… e sì, uno ha a che fare con il mio intestino (mamma, fattene una ragione):
Attenzione: le note che seguono potrebbero causare un abbassamento violento della tua autostima nei miei confronti con una ridotta, ma presente, probabilità che venga catalogato da te come ‘pazzo’ a livello di “sopprimetelo per non farlo più soffrire”.
Il primo esempio,
avviene quando vado a dormire. Quando ho gli occhi, rimboccati nelle palpebre, che intessono immagini cucendole al buio del mio sonno (non so perché mi sia partito il poetichese. Forse per riscattarmi e non farmi sopprimere). In quei momenti in cui la mente viaggia e si creano quelle immagini – per dirla più terra terra – inerenti ai tuoi pensieri e ricordi. Quindi, magari immagini una spiaggia di tanto tempo fa, in vacanza d’estate. Un piacevole ricordo quando hai avuto il primo incontro con BAM! zombie-pagliaccio in primo piano!
Esatto! Cazzo, c’entra?
Nulla. É il simpatico modo di Rudolfo di rovinarmi il sonno. Cercare di spaventarmi con immagini mostruose che si incastrano tra palpebre e pupille. Ammetto che alle volte, non so perché, sono io che penso che Rudolfo mi stia per spaventare e allora BAM eccolo lì. E difatti non mi spavento. Non so che immagine stia per palesarsi, ma non mi spavento.
Se stai ringhiando tra i denti dicendo “eh, ma questo non vale perché sei tu, Gimmi, a volere quella immagine come quando ti dicono non pensare all’elefante rosa, e tu pensi all’elefante”. Brillante osservazione.
Ma la vera verità è che qualche – poche – volte apparivano queste immagini in primo piano all’improvviso e sussultavo sul materasso. Così, d’emblée. Non so come sia possibile. Probabilmente troverei risposta in terapia, ma direi che non è il momenti di indagare.
Il secondo esempio,
(sì qua la faccenda è ancora lunga) è quando vado al cesso. Se sei tra i pochissimi o le pochissime fortunate ad aver cominciato recentemente la lettura di questo blog, sappi che sono stitico (ciao mamma). Stitichezza dovuta dallo stress e situazioni varie.
Quindi capita che quando ho solo metà certezza di poter deiettare con efficacia che mi bussa alla porta del bagno Rudolfo portandomi – dopo avergli urlato OCCUPATO, VAI VIAAAA!!! – lo stress di turno. La coinquilina che mi vuole morto, il collega che mi vuole morto, gli affitti di due anni arretrati da pagare o la padrona di casa che – per qualche motivo – mi vuole morto.
Non importa cosa sia, l’importante che contenga i codici per avviare la procedura di chiusura ermetica che mio buco del culo (con tanto di sirena lampeggiante e altoparlante da cui esce Auuuuuu Auuuuuu Auuuuuu Auuuuuu, mentre spesse pareti di metallo si intrecciano in una chiusura che nemmeno il cenone di capodanno a base di formaggi riuscirebbe a sfondare).
Con questa immagine colorita, ti saluto.
Ciao! ^^