Lunedì scorso – io e altri ragazzi amanti della stand up – abbiamo esordito con un evento.
Una prova tecnica di un open mic per comici esordienti e con pezzi nuovi, nonostante non siamo nemmeno ancora un collettivo e la nostra bravura – in una scala da uno a cento – si potrebbe collocare a livello di cetriolo (questa cazzata mi serviva per la copertina dell’articolo).
Lo abbiamo chiamato Gelato fragola e silenzio (“noi mettiamo la fragola e il pubblico il silenzio”… perché non ride. Questo è il senso dello slogan… c’è molta autoironia… oltre che verità). E lo abbiamo creato perché a Genova non ci sono molte di queste situa – come dicono i giovani di qualche decennio fa – e perché non ce n’era nessuno che mi facesse fare l’MC (dopo due paragrafi ti spiego cos’è).
Una serata che ha spruzzato molto bene, anche se difficilmente avrebbe spruzzato male.
Non perché sia un goliardico arrogante, ma perché erano solo amici che abbiamo invitato premettendo il fatto che fosse una prova. Sono anche felice di dire che era mio particolare desiderio creare un evento che fosse molto casalingo e familiare per quanto riguardasse il clima… e così è stato.
Bravi tutti!
…
Ma è stato davvero così?
Con questa domanda, dal tono un po’ sommesso, dovremmo entrare in una zona di mistero, se solo non fosse andata come ho appena raccontato. Ma è andata esattamente come ho raccontato. L’unico aspetto è che essersi trovato nel pantano ero solo io.
Ora ti racconto bene (e non come ho fatto fino adesso. Anzi… immagina che l’articolo cominci dalla prossima frase!).
Hei ciao!
In questo nuovo articolo ti parlerò di cosa significa fare l’MC, ovvero il Mastro Cerimoniere (o per chi non volesse tirarsela con sigle roboanti: il conduttore) per la prima volta. Innanzi tutto potrai pensare che se fai pezzi di stand up fare l’MC non sia così tanto diverso.
SBAGLIATO!
O meglio… è vero, in un certo senso. Dipende da che tipo di comico sei. Ma quello che è deverso è il tuo stato in cui sali sul palco. Personalmente, mi sono trovato in mutande (metaforicamente).
Ho sempre improvvisato minchiate, anche sul palco, non vedo perché non poterlo fare anche in quest’occasione, era quello che ho pensato fino a un secondo prima di iniziate. E invece, dal momento che mi sono piazzato davanti al microfono mi sono perso. Alla fine di un monologo comico, mi alzavo in piedi e urlavo alla gente: “Come state ora?”, con il pretesto che tutta la serata fosse una prova.
Continuavo a ripetere tra un pezzo e l’altro come state ora? e ora come state? e adesso? e ora che è un pochino a dopo a prima che ve l’ho chiesto? e ora? e ora ora? e oraoraora? hei, perché ve ne andate? Mentre ve ne andate mi direste come state?! … Non c’è bisogno di essere volgari. E poi li uso anche per altro i cetrioli! (Ho un po’ romanzato ma ci siamo capiti).
Ma ti ho già parlato di come stia diventando una persona migliore e lo ribadisco arduamente ancora e ancora finché non smetterei di leggere questo blog! Quindi…
Fierissimo di me – come un australiano che ha passato un intero anno senza rischiare la morte per una puntura di moscerino (e abbiamo dato senso anche al titolo) – ho preso questa esperienza come lezione importante. Una lezione, in realtà, che mi è stata impartita in molte altre occasioni, ma mai in questo contesto. E la lezione è non aver paura di morire.
Parole forti, me ne rendo conto. Ma le scrivo solo perché sto leggendo la biografia di Bill Murray e sguscia fuori tra le righe questa citazione – ovviamente metaforica, riferita all’improvvisazione teatrale, ma che si sposa bene in tutti i campi.
Ho già sperimentato la sensazione di aver la gente che ti pende dalle labbra, anche se non è vero!, ma ti comporti come se lo fosse. Ed è una cosa fighissima. Perché la verità è che sta tutto su come ti approcci. E se lo fai con l’idea che la gente è rapita da quello che dici – dai tuoi silenzi – allora così sarà. Ed è una cosa fantastica. Non vedo l’ora di rifarlo la prossima volta.
Non è che ci sia molto altro da dire e anche in questo caso si potrebbe approfondire (magari c’è un lettore o una lettrice anonima che vorrebbe chiedermelo nei commenti? *occhiolino occhiolino*). Ti terrò comunque aggiornato – credo – per altri eventuali eventi.
Ma ricordati questo: se vuoi vivere felice e sereno, non andare in Australia.