[Sappi che non troverai quello che il titolo promette]
Ed è stato fatto.
Il cuore è stato gettato oltre l’ostacolo. E apparentemente non sono morto. In realtà – apparentemente – non è successo nulla. Ma proprio nulla nulla. Solo un ciak ciak dell’organo che rimbalza sul pavimento là, sempre oltre l’ostacolo.
“Di che stai parlando piccolo grande e rinconglionito di un Gimmi?”
Parlo della creazione di un *rullo di tamburi per un effetto suspense per qualcosa di prevedibile* un podcast! Porte e finestre si aprono all’unisono facendo entrare trombettieri in tenuta SWAT, lacrimogeni rosa affumicano a festa, e urla e grida intimano di gioire!
Esatto, il dato e tratto e finalmente anche io posso dire di aver lasciato il segno su questa terra. Una piccola sbavatura su un pannolino da pulce. Guardami mamma, sono io! Un baffo marrone su qualcosa di inesistente.
Io, e il mio caro compagno di stand-uppiana ventura Francesco, ci siamo lanciati in questa impresa titanica. Parlare, riflettere, cazzeggiare, degustare e sfarinare tutto quello che orbita intorno la stand up. Il nostro slogan è…
…
Magari prima è meglio dire il nome. Il podcast si chiama: Un uomo entra in un caffè.
E lo slogan è: “In podcast fatto da esordienti per esordienti” *wink*
Mi sento come il sedicenne che comincia a fare quello che fanno tutti i compagnucci solo perché è di tendenza. Come iniziare il giochino di moda, aprire un canale YouTube o fare pesca a strascico con i giapponesi. Ma ho trent’anni e direi che posso lanciarmi in un progetto simile senza aver l’illusione di far successo.
Infatti, questa iniziativa, è stata lanciata dopo una ben ponderata riflessione e con un’unica constatazione:
Amo ascoltare il suono della mia voce. Scherzo! La sento nasale e penso che uno struzzo, a confronto, sia Michael Bublé.
Credo sia importante per chi – come me – vuole imparare l’arte della parola al meglio, lanciarsi in tutte le situazioni simili, ma diverse, che possa trovare.
Anche senza pubblico, imparare a essere sciolti, come un Lindor tra i succhi gastrici. Puntare ad allenare la prontezza di una battuta ben piazzata, come un Lindor tra i succhi gastrici. E – perché no? – acquisire dimestichezza tecnica con la strumentazione, come un Lindor tra gli scontatissimi succhi gastrici!
Penso sia una gran cosa. Mi sto divertendo a farlo e se non porterà da nessuna parte, pazienza, avrò comunque imparato qualcosa.
E dopo questo momento di serietà ecco i sette errori più comuni che vengono fatti da chi comincia un podcast (sì, ho mentito all’inizio!)
- Non avere un microfono.
- Non avere un computer.
- Non avere un argomento (questo te lo dicono, in effetti, nei blog. Pare stupido, ma la gente comincia a registrare comunque senza).
- Non avere… un luogo tranquillo dove registrare!
- Non avere… eeeeh… cacchio, diventa complesso fino a sette… una buona volontà.
- Non avere… soldi! I soldi aiutano sempre.
- Non avere un solido… momento… interiore… per capire se… ci sono cose che… non… dicono… nulla(?)
Se vuoi altri preziosi consigli, segui Un uomo entra in un caffè, il podcast fatto da esordienti per esordienti *wink wink*