Direi prevenuto.
Qualunque cosa possa leggere di Recchioni parto con l’idea che ho di lui in mente. Idea che preferirei non svelare – chi è nel ramo sa di cosa sto parlando – perché semplicemente non mi piace essere una di quelle persone che giudica senza avere una notevole sacchettata di informazioni appresso.
Però, ecco… molte, ma molte, ma molte persone mi hanno confermato queste voci. Quindi, fossero anche solo vere la metà, non sarebbe un bel CV da presentare.
Fatta questa premessa posso dire che La fine della ragione, pubblicato dalla Feltrinelli, è un prodotto scialbo e – se posso essere più chiaro – inutile.
Sulla parola inutile potremmo soffermarci e parlarne al bar per anni, prima che Gianni ci scacci via dal tavolino. Però mi sento di utilizzare questo vocabolo in quanto pare una cerimonia a se stesso e una storia fatta solo per pubblicare qualcosa… perché sì, Recchioni è in quella posizione in cui può scrivere storie solo per dare qualcosa in pasto alle stampanti.
Per la prima osservazione, direi che possiamo tutti affermare che lui sia un elemento piuttosto narciso.
Basti guardare la foto profilo di Facebook per capirlo. Se poi si legge l’albo – in cui c’è la voce narrante proprio dell’autore – vederlo crocifisso al posto di Gesù in una chiesa direi che fuga ogni dubbio.
Per l’impressione, invece, dell’essere fine a se stesso, è presto detto:
Non c’è una reale storia con tutti i cari “passi dell’eroe” che ti insegnano a scuola. Una vicenda che si riassume in una manciata di parole. Un finale privo di significato. L’intenzione di fare una critica alla società d’oggi – con le masse spaventate dai complotti e tutte quelle cose che vanno in voga ora – ma che risulta frettolosa. Una storia vuota.
“Eh ma Gimmi, sei davvero rigonfio di pregiudizio, oltre che di merda”.
Può darsi, vocina nella mia testa. Però spezzo una lancia in mio favore: anni fa – quando leggevo fumetti, ma non mi interessavo di quello che accadeva dietro le quinte – ho comprato, letto e schifato Il lampo e il tuono senza sapere fosse del caro Recchioni, trovando la storia fine a se stessa già allora, riconoscendo che non mi avesse lasciato niente, né nella memoria né nelle sensazioni.
Fatti un favore, risparmia 14/15 euro per qualcosa di più bello e lascia stare questa celebrazione del nulla. Ora ti saluto, nella speranza che la mia testa non cada (insieme alle molte già cadute).
Ciao!