Basketful of heads: ma ci sono rimasto malino.

Torno a parlavi del nostro amico Joe Hill.
Lo abbiamo visto in Lock & Key e in Plunge. Lo abbiamo amato e apprezzato. Per questo motivo sono andato bello lieto e tranquillo nella lettura di Basketful of heads – prestatomi e caldamente consigliato da più persone.

Bella lì, mi son detto.
Sarà fenomenale. Forse con il solito finale affrettato, ma fenomenale.

Eh… e invece no.

Sono un po’ rimasto deluso.
Aspettative troppo alte? Può darsi, Gimmi, può darsi. Ma ho visto degli inciampi narrativi – a mio sbriciolissimo* giudizio – un pelo ingenui. A cominciare dalla struttura narrativa. Andiamo a cercarne dei punti, facendo lo slalom tra gli spoiler.

In primis, c’è certamente l’intro.
Un flashforward che ci fa annusare la fine della storia. Una tecnica usata da molti, tendenzialmente per accattivare chi legge e che può funzionare, se usata bene. Non è questo il caso; per il semplice motivo che andremo poi a leggere – una volta capito il meccanismo della trama – qualcosa che non ci farà dire “chissà come arriva a quel punto”, ma “eh vabbè, ma so già che tanto ce la fa, porcapu*****!”.
Un grosso peccatissimo a mio avviso.

Da trama a personaggi.
La protagonista è una tosta, lo si capisce. Ma non abbiamo elementi per dire che lo sia per qualche ragione. In una situazione del genere penso che io mi sarei semplicemente messo a piangere e vomitare finché qualcuno non mi pugnali con un pesce surgelato alle spalle (non ci sono cibi surgelati nella storia).
Un minimo di approfondimento su di lei lo avrei fatto. Due battute di dialogo per cui una vent’enne possa avere più pelo sullo stomaco di me e della maggior parte degli umani e razze aliene presenti nella galassia.

[Nota: Mi rendo conto che stia andando di fretta, ma mi aspettano per lavoro e non volevo farti saltare un altro venerdì di chiacchiera sul fumetto di turno. Quindi si passa allo storytelling.]


Immagino non sia colpa del nostro barbuto Joe – tatone lui – ma quanto del disegnatore, vedere certi errori – e qui mi sento di dire, calcando i tasti quando scrivo la parola, errore – di “regia”. Se in una vignetta hai l’ascia puntata in basso e stai per attaccare nella vignetta dopo non mi puoi far vedere che colpisci dall’alto. Rimane brutto da vedere.
Cose del genere fioccano di tanto in tanto nella storia.

L’idea generale è accattivante, ma comunque la sensazione avuta è un po’ quella del proviamo a mettere tre o quattro cose non comuni tra loro assieme e vediamo che succede.
Non ti sto a dire quali sono queste cose, giusto per lasciarti il gusto di leggerlo e venirmi a smentire.

Quindi, no.
Mi dispiace Joe – so che sei un lettore affezionato di questo blog – ma questa volta per me hai ceffato.

Ed eccoci qui che abbiamo già finito.
Rapido e indolore.


* “Sbriciolissimo” è una parola inventata.


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