Con il fumetto di oggi è successa una cosa particolare.
Ti racconto brevemente questa vicenda perché ha un certo fascino, abbastanza da essere condivisa con te ora o – addirittura – da far sedere i propri nipoti sulle gambe, fra molti anni in vecchiaia, e dire: “Dove mi trovo?”. Sai com’è… l’età.
Questo fumetto l’ho comprato una decina d’anni fa e non l’ho mai letto.
Ancora non andavo dalla panetteria di fiducia a comprarli, ma in un altro negozio in cui c’era un giovane vecchio dietro al bancone pronto a consigliarmi qualcosa per me (o qualcosa che dovesse vendere). Le sue parole furono: “Dove mi trovo?”.
Scherzo.
Non ricordo esattamente cosa mi disse, ma il senso era questo è un fumetto impegnativo. A me piaceva già all’epoca variare letture e lo comprai. E difatti, non lo lessi per gli anni sopracitati.
Sottolineo questa cosa perché probabilmente mi ha influenzato quelle tre o quattro volte che l’ho aperto senza superare le prime pagine; o tutte quelle volte che mi salutava dallo scaffale e io pensavo che volessi qualcosa di più leggero.
Ieri l’ho letto tutto d’un fiato.
Eh già, mi sono sorpreso anche io, come quando a un tratto non riconosci più la stanza in cui sei seduto e ti chiedi chi siano quei bambini sulle tue gambe.
Sfogliandolo si vede fin da subito che il testo è una parte predominante dell’albo e questo potrebbe scoraggiare. Ma ieri pomeriggio ho scoperto che, sia il testo sia il suo significato – che credevo contorto -, non erano così ostici da leggere; bensì molto scorrevoli e comprensibili.
Ma cos’è successo?
Sono diventato più maturo io o il pregiudizio mi ha condizionato così tanto da reputarlo faticoso?
Affascinante in entrambi i casi.
Beh, dopo questa riga di riflessioni prevalentemente inutili per sapere come sia il fumetto – un aspetto che, immagino, sia il motivo per cui tu abbia letto fino a qui – ecco cosa ne penso…
Pax Romana, scritto e disegnato da Jonathan Hickman, ha un forte idea alla base che lo rende molto interessante. Abbastanza forte che ti spinge a leggerlo fino in fondo… nonostante l’assenza di una storia vera e propria. Un vantaggio? Svantaggio? Non saprei.
Effettivamente mi ha lasciato un po’ di vuoto, perché la vicenda è raccontata velocemente, ma capisco che non sia la trama in sé la parte succosella. Non mi sorprenderei nel sentire [persona random] che mi dice: “Non mi è piaciuto!”.
Di certo è particolare.
Se dovessi darti un’indizio sarebbe “nell’antica Roma” – risposta alla domanda “Dove mi trovo?”. Perché mi prendi per uno scemo che scherza e dice minchiate, ma tutto torna! E se non hai capito, meglio così. Ti evito di rovinarti la sorpresa.
Particolare anche per i suoi disegni e certe scelte di storytelling.
Ecco, sì. Forse – se scrivi sceneggiature – te lo consiglierei per una/due lezioncine che si possono apprendere. Se invece disegni… va a trovarti un lavoro vero, cialtrone!