Seguimi e dimmi se è vero.
In questo periodo storico in cui anche solo un sospiro potrebbe essere tacciato di maschilismo – per esempio, al passaggio di una bella ragazza con tutto il diritto di mettersi in minigonna e distrattamente stavi pensando alle visualizzazioni del tuo blog ed emetti un sospiro di rassegnazione – c’è una cosa che non riesco a spiegarmi.
E visto che ero indeciso su come iniziare questo articolo ecco anche l’altra premessa:
Non c’è luogo in cui si possa scappare dalle cosiddette nazifemministe. Non c’è film, serie, libro, fumetto, video su Youtube o podcast in cui non sei facilmente perseguitabile per aver anche solo sospirato (il sospiro ritorna) un’allusione vagamente irrispettosa.
Non c’è luogo, tranne uno.
I game-mobile.
Non mi spiego – per riprendere la prima premessa – com’è che quando sto sul cesso nella mia preghiera mattutina al dio della fertilizzazione, tra un livello e l’altro, mi appaiano delle pubblicità che fanno PAURA da quanto sono sessiste! Pubblicità in cui, tra l’altro, la donzella incatenata con il seno in primo piano che si muove come satelliti di Giove sia di un videogioco di categoria color-game.
Forse, penso, forse è una questione dovuta al fatto che molti di questi giochi siano fatti in Cina (?) e si sa che in oriente sono più birichini – nonostante una valorizzazione estrema della donna sto ovviamente scherzando non mi linciare grazie. In questo caso capisco che sia un po’ difficile far cambiare le cose dal lontano gabinetto del mio appartamento.
Però rimango stupefatto che ciò non venga nemmeno segnalato! Le opzioni sono due:
O effettivamente le segnalazioni ci sono e si trovano su campi di battaglia online, con trincee scavate dalle proprie idee da cui si sparano colpi di commenti – potrei metterci poco a scoprirlo, ma poi dovrei cancellare l’articolo; oppure l’algoritmo è così avanti (e non faticherei a crederlo) che dribla abilmente l’utenza evitando non interessata e si accanisce solo su quelle di uomini e lesbiche di destra.
[Nota: non ho idea di cosa significhi “lesbica di destra” – se centri con la satira o meno o se si usi come termine – e probabilmente mi sono scavato parte della fossa in cui morirò sepolto da insulti. Chiedo comunque scusa. Era una cazzata come tante altre.]
Questo aspetto dell’algoritmo mi porta a un riflessione che mi congela man mano che la realizzo.
Non è che le vedo io perché sono, sotto sotto, uno di quei maschilisti che si aggira tra le ombre della città, si acquatta dietro gli angoli dei vicoli e vedendo le giovini fa versi gorgheggianti tipo GuEuEuUeGgGgSvVSvBurro?
Capperi, spero di no!
Non voglio che tutta la mia identità, creata in anni di riflessione e terapia, vada in fumo per una stupidissima pubblicità che vedo sull’orlo del cesso, mentre non riesco neanche a cagare, per giunta!
No, non voglio crederci.
Confermerò la mia tesi chiedendo a tutte le persone che giocano ai game-mobile che conosco. Sì. Sì, farò così! Chiederò a Marco, Valerio, Alberto, Mattia, Andrea… Carlo… e… e… Roberto… e…
Merda.