La malta: non parlo di bagni pubblici.

Con un ritardo dovuto a una serratura che non ne voleva sapere di aprirsi, eccoci qui. Ciao. Come va? Spero meglio della giornata che è toccata a me. Oggi ti parlo di un fumetto con una particolarità.

La malta, autoproduzione della Spaghetti comics, è un’antologia di racconti brevi. E oramai dovresti sapere quanto questo tipo di prodotti a me mandi a bagno. Una vasca d’acqua calda con sali, attorniata di candele che rendono sempre un’atmosfera accogliente e rilassante. Mancano solo i petali di rosa per far pensare alla filmografia più romantica degli ultimi decenni.

Cos’ha di peculiare?
Dentro c’è una mia storiaTubolar, per la precisione – che rileggendola mi ha fatto dire: “Dai, però. Non ho scritto mica male”. Ma non trattiamo della mia bassa autostima né, tantomeno, voglio farmi auto-massaggi in una vasca con petali di rose.

Difficile parlare male o bene di un’antologia, in quanto ogni storia è a se stante. Posso dirti però che in generale ha un sapore amaro. Tutte le scelte narrative hanno uno o più aspetti che non lasciano un’idea ottimistica del mondo, ma che trovo necessario mettere in luce.
Le mie preferite (emoji di un cuoricino verde speranza).

C’è inoltre una scelta introdotta tra le pagine, di cui potremmo parlare per giorni, mesi, anni, se non secondi. L’inserimento di codici QR che riportano a canzoni che si sposano bene con quello che si va a leggere. E se ne potrebbe parlare perché far sposare musica e fumetto è uno dei punti più difficili in questo mondo artistico.
Secondo me, c’è anche una forma di sofferenza per i miei simili fumettari, per il fatto di non riuscire a trovare qualcosa che ispiri un canto gregoriano di gioia per aver trovato il connubio perfetto. Sono certo però che ci sia da qualche parte… bisogna solo guardare dentro ogni pertugio.

La malta – come tutte le, troppo poche, antologie di racconti – va letta. Bisogna farsi una cultura su questo. Anche con calma, con i propri tempi, va bene. Nessuna fretta. Ma va fatta. Per scoprire autrici e autori, disegnatrici e disegnatori. Per vedere frammenti di vita e nuovi respiri.

Capisco che lo ripeta ogni volta, ma se non convinco te a comprarne che leggi fumetti lassù, ai massimi sistemi dell’editoria che si divertono a mollare stronzi per vedere se colpiscono un cranio e nascondersi ridendo, non si convinceranno a produrne maggiormente.

Sono stato convincente? Spero di si. Altrimenti…
nulla.

Cia’.







2 risposte a "La malta: non parlo di bagni pubblici."

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