Grigliata funebre

Ti chiedo una cosa.
Spesso mi sono domandato quanto sia io o invece quanto sia normale provare certe cose. Se sono davvero strano a sentire manciate di sensazioni tutte assieme, scagliatemi in faccia come coriandoli su un bambino che non sa se ridere o piangere. Quindi lo chiedo a te (mio pubblico diario segreto).

Per farti capire la domanda devo, ovviamente, contestualizzare.
Sono nato un momento in cui – tendenzialmente – la gente non c’è per festeggiare. Sono uno di quei fanciulli prescelti in cui la mano di un dio slavo si è posata sulla fronte sussurrando tra canti di cigni e rutti: “Tu non festeggerai il tuo compleanno” e poi “mi fai schifo”. Questo perché sono nato in una festività (non dico quale per privacy della stessa).

Dunque, non ho mai dato “peso” a questa cosa e non mi è mai interessato festeggiarlo.
Nonostante la verità fosse che ci pativo come un cane senza saperlo. Anche se qualche indizio veniva fuori, come scrivere sul diario di scuola nel giorno fatidico: “Tanti auguri a me, tanti auguri a me. La torta non c’è e regali due o tre”. Crescendo ho cominciato a cercare di dimenticare quando fosse (riuscendo ad arrivare a dire “ah, ma è oggi!”), fino ad arrivare a oggi e dare le date sbagliate quando me lo chiedono.
Evidenti segni che un po’ di “peso” c’è.

Però sono arrivato in un momento in cui ho detto, perché non farlo?
Quindi ho deciso di organizzare il mio compleanno. E siccome sono trenta ho deciso di darci una tematica: la grigliata funebre (sottotitolo: Perché dopo i trenta c’è solo il declino). Siamo tutti d’accordo che è un’ironica esagerazione. Sono anche piuttosto contento di farli e fiducioso nel futuro che verrà. E sicuramente non voglio mancare di rispetto a nessuno. Prendila come una festa di Halloween in cui solo io sono vestito da cadavere di me stesso. Alla fine non è molto diverso, no?

Ma arriviamo al nocciolo della questione e alla mia domanda per te.
Essendo i trenta, ed essendo una grigliata, voglio invitare tante persone. Ed è qui che si scatena il dramma. Entro in uno stato altalenante tra euforia e “chi cazzo me lo ha fatto fare!?”. In cui, la prima è condizionata dalla gente che dice, sì ci sono che figata! E l’altra dai, non ci sono in quel periodo… che tradotto nella mia testa è: “siccome mi fai schifo ti dico la scusa più abusata” (e sì, avevo invitato anche la divinità slava).

A me piace organizzare eventi, ma ogni volta che lo faccio parte una guerriglia tra sentimenti ed emozioni, con aggiunta di un pizzico di pancreas, nelle mie viscere che nemmeno io ho idea. E questo, evidentemente, vale doppio per i miei compleanni. Parliamo di una festa, mica di un’operazione sotto copertura per liberare delfini schiavizzati da pirati thailandesi.
E per questo ti chiedo: Pensi sia normale? Succede anche a te una roba del genere? Ritrovarsi abbattuti – se non macellati – da chi risponde di no o, peggio, da chi non risponde proprio?

Tutto ciò rimane affascinante quanto straziante.
Anche perché so che, una volta arrivato il giorno festoso, sarò preso da un’euforia che mi farà pensare che ne è valsa la pena . Anche se – quando verrà quella dopo – ci starò di nuovo terribilmente bene e magnificamente male, in un turbinio di pirati e divinità slave, tutte nel mio pancreas.


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