Incombono vecchi fantasmi fantasy.

Sto facendo, da un po’ di tempo un pensiero che forse non dovrei fare.
Sarà a causa di questo blog, sarà qualche romanzino che di tanto in tanto mi svolazza di leggere, ma tempo di voler ritornare a scrivere in prosa. Ecco, l’ho detto! Adesso sono costretto a farlo, altrimenti perderò tutti i fan che mi sono sudato in questo periodo. Addio geometra Berlini del quinto piano. Addio Ciccio Panza, detto Ciccio Panza. Addio anziana signora che non sa più come uscire dalla lavanderia. Addio a tutt* e tuttə!

Drammi a parte, scrivere prosa è qualcosa di affascinante che non ho voluto mai realmente interrompere. Anche ora, a scrivere sulla tastiera, viene restituita una piacevole strana danza di dita che ondeggiano in modo convulso da una parte all’altra e mi dona una sensazione di capacità, di conoscenza, di bravura, che posso godere in poche altre cose.
Ovviamente perché tendo a usare tutte e dieci le dita e non solo due come fa qualcuno di mia conoscenza. Vero, Ciccio Panza detto Ciccio Panza? Che usi solo gli indici e sembri uno di quei uccelli finti che beccano periodicamente con il liquido dentro che salgono e scendono perché c’hanno… con il cappello che si chiamano… si chiamano…
La metto come immagine dell’articolo, va’.

Beh, insomma. Pensavo di sfruttare riGimmi e tornare a fare pratica con la cosa più semplice che mi venga in mente. Postare capitoli del romanzo fantasy che ho cominciato a diciassette anni e mai finito.
Aspetta, aspetta. Non ti agitare. Non è così brutta come sembra (almeno spero non sia così brutta come mi è parsa una volta che l’ho scritta).
Diamo due spiegazioni.

A diciassette anni – non ricordo né perché né percome – ho cominciato a scrivere. Si comincia da quello che si conosce di più, no?, ed io ero un nerd munito di capelli lunghi e pus. Non ho mai amato fare quello che fanno tutti – chi non ha mai iniziato in età adolescenziale a scrivere un fantasy? – e dunque ne ho fatto una parodia per scardinare i vari luoghi comuni.
Mi piaceva. A quanto pare piaceva anche ad altri (tralasciando evidenti mancanze dovete alla giovane età). E poi, dal nulla, ho smesso.

Paura del fallimento? Blocco dello scrittore? La vita si è intraposta tra me è – l’ovvissimo -successo?
Ci starebbe bene una battuta qui, in cui dico “no, ho solo scoperto la masturbazione”, ma non è credibile che tale rivelazione avvenga dopo i diciassette, per un maschietto.
No. Non c’è battuta. Semplicemente ho mollato, forse per tutti i motivi sopracitati e molti altri a seguire. E questa cosa mi è rimasta nel culo – per citare Kafka – perché avevo scritto un sacco e mi piaceva un altrettanto sacco. Perché smettere? Porcapuppolina, Gimmi! Perché smettere?!

Questo articolo – che tra le righe ha solo dello sporco accumulato, ma grazie che continui a leggere <3 – serve per dire che ci sarà un nuovo articolo in settimana (“Evviva! Due notifiche a settimana non erano abbastanza!”) in cui pubblicherò, un pezzetto alla volta, quel maledetto fantasy e vediamo che succede.

Non succederà tra molto. Vorrei prima programmare le prime pagine e vedere come me la cavo – anche perché a diciassette anni non scrivevo male come scrivo ora e mi devo ricalibrare.
Spero sia una notizia vagamente piacevole e ci vediamo… poi.
Ciao!


P.S: Picchio perpetuo, si chiama.
Che cazzo di nome è “Picchio perpetuo”?


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