Ciao.
Ti sono mancato? Mi piace pensare di sì.
Come stai? Fingiamo che sia una conversazione reale e rispondi a mente a questa domanda. Se la risposta è bene, non siamo sulla stessa linea. Ma nemmeno se la risposta fosse male, lo saremmo. La mia mandibola mi suggerisce di rispondere che il mio stato d’animo è un mix, fatto di vapore e chiodi (cazzo, che bell’immagine, dovrei fare l’autore).
Come al solito entriamo meglio nel discorso, come cavernicoli in cerca di casa.
Ho passato un’estate soddisfacente. E – volendo – possiamo trasformare questo aggettivo facilmente in “estasiante” se penso che è la prima in cui non lavoro nell’educazione. Niente centri estivi, panini maionese e formaggio senza prosciutto o sudori inguinali che portano a quel fraintendibile prurito.
E quindi, bene.
Mi sono rilassato. Qualcosa che non pensavo potesse capitare. Tanto che la mia mente è rimasta un po’ sorpresa di non dover far tante cose; di non sentirsi stirata da una betoniera con una perdita alla coppa dell’olio. E so che ti piace quando do i nomi alle parti inconsistenti del mio cervello, non vorrei farti mancare il brivido anche questa volta.
Travolta, sarà il nome della mia mente.
Si chiama così, non perché viene investita inerme da ciò che provo come una betoniera con una perdita alla coppa dell’olio (sto cercando di risparmiare sulle similitudini, che sono tempi difficili)… o meglio, anche, ma – soprattutto – proprio come il nostro amico John in Pulp Fiction che simpaticamente si guarda intorno con le funzionalità del mio intestino tenute sull’avambraccio.
[Piccola pausa: forse mi sto perdendo, sto dando troppe informazioni e – specialmente – allungando tantissimo la strada per arrivare al punto. Cercherò di andare al nocciolo velocemente, come una betoniera con una perdita alla coppa del nonno (ho cambiato un po’ giusto per dare una nota di colore diversa alla mia ironia)]
Travolta si chiama così perché tendenzialmente non la controllo e vaga spaesata analizzando il contesto come la mia parte razionale non riesce a fare. Perché sì, la mia parte razionale e la mia mente – per semplicità di comprensione – sono duo cose diverse.
La mia psicologa una volta mi ha detto una frase che mi ha colpito molto. Ed era:
“Attento a non rimanere investito da una betoniera con scherzo ovviamente. Mi ha detto:
“La mente non segue il nostro calendario“.
Una frase fierissima, se ci pensi. Potresti provare agitazione per una cosa che succederà fra un mese, ma mentre tu pensi “non può essere questo, manca un mese” – sempre che ti venga di pensarlo – la tua Travolta è lì che non sa cosa fare come quando hai una ragazza con i capelli a caschetto e in overdose tra le braccia.
Per questo motivo – e mi riaggancio finalmente all’inizio – penso di avere vapore e chiodi nella zona mandibola. Nella mandibola, perché è il primo punto dove sento la tensione sul corpo (seguito da spalle e piedi) e vapore e chiodi perché…
Perché ci sono.
Settembre è arrivato e io sono pronto. Il covid mi ha preparato. Ho tirato il freno. Riesco a fare cose senza che Puso mi faccia male – o troppo male. Sento di poter programmare e realizzare i miei sogni dopo tanto tempo e fatica e frustrazione. Sento di aver nuovi strumenti per affrontare un ambito lavorativo che mi spaventa e lo fa perché potrei riuscire oltre che fallire. Sento che ho delle briglie tra le mani.
E come mi fa sentire tutto ciò?
Elettrizzato e spaventato. Gasato e agitato. Vapore e chiodi tra i miei denti.
Non vedevo l’ora e adesso…
si comincia.
P.S: mi scuso se il titolo ti ha fatto sperare in un articolo sadomaso o simile. Non era mia intenzione.