Caravaggio: basti dire che è olio su tela.

Mio fratello, per compleanno, mi ha regalato questo fumetto.
E indovina un po’!? Parla proprio di Michelangelo. E qui già si ride molto se sei una scarpa come me in storia dell’arte (o la storia normale… o geografia… o matematica… o, insomma, qualunque materia scolastica). Si “ride”, perché è una doppia battuta – o cazzata, qual dir si voglia – perché effettivamente di nome, Caravaggio, faceva Michelangelo e Merisi di cognome.

Finito di asciugarci gli occhi per le lacrime di questa ironia dirompente, utilizzo questo concetto per ribadire il fatto – già citato con De Chirico – che sia molto bello scoprire artisti tramite questi mezzi. Non so se hai anche tu la sensazione che tutto quello che sia passato attraverso la scuola abbia oggi una sorta di velo che ne ovatta la vista.
Scoprirlo tramite una storia dà una rispolverata a quello che prima era catalogato nell’archivio del sottoscala con il nome di: roba noiosa che la professoressa Deprimentis mi ha costretto a imparare.

Quindi questa è la solita nota di merito per qualunque opera del genere, ma non possiamo fare figli e figliastri, dunque ti sparo i miei soliti inutili pareri su il fumetto di Ernesto Anderle pubblicato or dunque dalla Becco Giallo.

Faccio una cosa che non faccio mai e parto dai disegni.
E lo faccio perché – ma ci penso solo ora – in un fumetto che parla di un pittore ci si aspetta un certo tipo di resa grafica(?). Caravaggio con il suo olio su tela (e mi fermo qui. Olio su tela, l’unica cosa che so sulla pittura. Olio su tela) ha reso i quadri vivi e morbidi (e non mi spingo oltre. Olio su tela). Dunque mi aspetterei qualcosa che mi ricordi ciò.

Invece Ernesto, usa il suo riconoscibile tratto (olio su tela) molto irrequieto e agitato. Decisamente l’opposto di quello che ci si aspetterebbe. Utilizza, a volte, anche delle proporzioni sbagliate rendendo un pizzico mostruose le figure. Giusto un pizzico.
Però…! C’è un però prima che tu – persona decisamente più colta di me o che ha semplicemente letto il fumetto in questione – apra bocca; ovvero, che Caravaggio era un personaggio irrequieto e agitato, per certi versi. Non so se un pizzico mostruoso, ma irrequieto e agitato sì! E qui si parla della sua vita e non delle sue opere.
Quindi stai zitto, Gimmi di ‘sti gran calderoni!
(Oggi va così. Ce l’ho con me stesso).

Per quanto riguarda la storia in sé… beh. Rimane un po’ così.
Uno spaccato di una sua disavventura, riempita di concetti, significati e morte, ma che non portano da nessuna parte. La dura fatica di scrivere una trama su un personaggio vissuto troppo tempo fa. Rimane quindi un po’ vuota la soddisfazione di chi legge nel finale.

Però, l’edizione, ha una carta pazzesca!


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